Antoine De Saint-Exupéry, Il Piccolo Principe, 1943.
Un aviatore in volo sopra il deserto del Sahara è costretto
da un'avaria ad atterrare nel mezzo del nulla. Pensa di essere solo sotto il
cielo trapunto di stelle, lontano mille miglia dalla civiltà. Quando
all'improvviso, una voce lo sorprende: «Disegnami una pecora!». A parlare è un
bambino, il principe del lontano asteroide B 612, su cui viveva in compagnia di
tre vulcani e una rosa, piccola e vanitosa. Di lì è partito per un lungo
viaggio attraverso il cosmo, durante il quale ha incontrato tanti bizzarri
personaggi – un re solitario, un vanitoso che loda solo sé stesso, un arido
businessman, un ubriacone che beve per dimenticare, uno zelante lampionaio e un
geografo – imparando da ciascuno le piccole grandi verità che compongono il
mosaico della saggezza umana. Approdato infine sulla terra viene avvicinato da
una volpe che gli chiede di essere addomesticata e gli rivela il segreto più prezioso:
quello dell'amicizia. Ma al termine del racconto è tempo per l'uomo e per il
bambino di separarsi: il piccolo principe deve far ritorno alla sua rosa. Non
prima di aver fatto dono al pilota del suo sorriso e di un confortante
messaggio: ogni volta che alzerà lo sguardo verso le stelle saprà che lassù c'è
un piccolo principe che veglia la sua rosa.
Non si vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi.
Il Piccolo Principe è un capolavoro trasversale, un libro per tutti, che parla a ognuno di noi, che ha qualcosa da insegnare a chiunque lo legga. È stato tradotto in tutto il mondo e, a distanza di quasi 80 anni dalla prima pubblicazione sembra non essere passato di moda, perché il messaggio che veicola rappresenta qualcosa di universale e di sempre attuale, ricordandoci, ancora una volta l'importanza e l'imprescindibilità dell'amicizia e del comprendere ciò che veramente conta nella vita, invitandoci a concentrarci sui valori veri provando ad abbandonare le futilità, provando a imparare a vedere e a sentire col cuore.
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