E poi saremo salvi

 Alessandra Carati, E poi saremo salvi, Mondadori, 2021, pp. 276, €18,00.




Aida ha appena sei anni quando, con la madre, deve fuggire dal piccolo paese in cui è nata e cresciuta. In una notte infinita di buio, di ignoto e di terrore raggiunge il confine con l’Italia, dove incontra il padre. Insieme arrivano a Milano.

Mentre i giorni scivolano uno sull'altro, Aida cerca di prendere le misure del nuovo universo. Crescere è ovunque difficile, e lei deve farlo all'improvviso, da sola, perché il trasloco coatto ha rovesciato anche la realtà dei suoi genitori. Nemmeno l’arrivo del fratellino Ibro sa rimettere in ordine le cose: la loro vita è sempre altrove – un altrove che la guerra ha ormai cancellato. Sotto la piena della nostalgia, la sua famiglia si consuma, chi sgretolato dalla rabbia, chi schiacciato dal peso di segreti insopportabili, chi ostaggio di un male inafferrabile. Aida capisce presto che per sopravvivere deve disegnarsi un nuovo orizzonte, anche a costo di un taglio delle radici.

 

E poi saremo salvi è insieme uno straordinario romanzo di formazione, una saga familiare, l’epopea di un popolo; ma è soprattutto il racconto di come una piccola, densa vicenda privata può allargarsi fino a riflettere la tensione umana alla “casa”, il posto del cuore in cui ci riconosciamo.


E poi saremo salvi è un libro che pone diversi temi di riflessione a tutti noi.

Viviamo in un mondo che ci porta a dimenticarci troppo presto, velocemente, ciò che abbiamo vissuto, ciò che nel mondo è accaduto, sempre troppo concentrati sulle nostre individualità per accorgerci degli altri o di quello che ci succede attorno

Questo libro ci riporta ai primi anni '90, alla terribile guerra dei Balcani, combattuta tra popoli fratelli che avevano vissuto insieme, condividendo valori e ideali, incapaci di vedere differenze o diversità. All'improvviso venivano divisi e devastati da una lotta fratricida per egoismi umani dettati da religioni diverse. 

La storia di Aida mi ha riportata a quelli anni. Ero una bambina però le immagini devastanti di quegli anni sono impresse nella mia mente. Mi sono resa conto della contemporaneità e dell'attualità di questo libro che racconta di qualcosa successo diversi anni fa, ma che parla a tutti noi che viviamo il mondo di oggi e, purtroppo, situazioni simili e parallele a quelle di quegli anni.

Aida scappa dal suo villaggio in Bosnia con i suoi genitori per sfuggire alla guerra e a una morte certa. Si ritrova in Italia, a Milano, in un mondo che non conosce, ma che capisce, quasi subito, che sarà destinato a diventare la sua casa, nonostante i suoi genitori si ostinino a ripetere che presto torneranno a casa. Ma Aida lo sa, lo sente, che quella non è una vacanza, che non torneranno mai a casa e che, quindi, bisognava trovare il modo migliore per imparare a vivere in quella nuova realtà in cui si è trovata catapultata. Capisce che la sua vita sarà in quel Paese che non conosce ma che imparerà ad amare e considerare "casa".


Io volevo solo sentirmi parte di qualcosa.


Aida vuole diventare parte di quel mondo nuovo in cui si è ritrovata. Combatterà con tutta se stessa per seguire la sua strada, per raggiungere i suoi obiettivi. Si scontrerà duramente con i suoi genitori, che quasi non si rendono conto di ciò che li circonda o di quale sia la realtà.

Bisogna sempre lottare per ciò in cui si crede e anche per provare a migliorare delle situazioni che ci sembrano impossibili da affrontare, ma tutto ciò non deve mai farci perdere di vista le persone importanti della nostra vita, che possono commettere degli errori, tutti possiamo farlo, ma che non ci negheranno mai il loro amore.


Approfondimenti:

- Guerra Bosnia-Erzegovina


Parlano di questo libro:

- Tgcom24

- RaiCultura

- TuttoLibri - La Stampa

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