Dante in Love

Giuseppe Conte, Dante in Love, Giunti, 2021, pp. 204, € 17,00.


Una storia di fantasmi che vede protagonista Dante Alighieri ai nostri giorni. Da seicentonovantanove anni, per una sola notte, il Padre eterno lo fa scendere dal Paradiso a Firenze per scontare il suo amore eccessivo per la poesia e per la bellezza terrena. Accoccolato ai piedi del “suo” Battistero, guarda lo spettacolo delle donne che passano e riprende il progetto di catalogare le sessanta più belle. Alla settecentesima notte Grace, una giovane studentessa straniera, per la prima volta gli dà l’impressione di avvertire la sua presenza. Così la segue in una esilarante sequenza di incontri e le racconta, come se potesse sentirlo, del suo amore per Beatrice e della sua esperienza segreta di Fedele d’Amore. La invita poi a compiere insieme un viaggio d’amore sul vascello magico mandato dal mago Merlino. Dopo che Grace ha baciato il ritratto del poeta, tutto cambia… Tra una favola degli equivoci e il dramma di una città impaurita e deserta come al tempo della Peste nera, se Amore appare a Dante anche Dante appare a Conte, in un gioco di specchi deformanti e di rimandi. Uno dei più grandi poeti italiani di oggi ripercorre con mirabile leggerezza, illuminata da colti e mai pedanti riferimenti, il viaggio d’amore del sommo poeta dalla Vita Nova al “poema sacro”. Ma alla fine del libro il lettore non sa più chi, dei due poeti, è l’“aligero” che ha più parte in commedia.



Questo libro ci dimostra, ancora una volta e se mai ce ne fosse bisogno, la contemporaneità di Dante e della sua opera. Quanto, anche ciò che ha scritto oltre 700 ani fa, parli a tutti noi, ogni giorno.

Cesare Pavese scrisse: "È necessario che ognuno scenda nel suo inferno per poter trovare sé stesso". Dante ci ha detto e continua a dirci la stessa cosa con il suo spettacolare viaggio descritto nella "Divina Commedia". Solo affrontando i nostri demoni possiamo essere in pace con noi stessi. E se non è un messaggio senza limiti temporali questo...

Giuseppe Conte, in questo libro scritto in occasione delle celebrazioni per il 700° anniversario dalla orte di Dante, fa "vivere" il Sommo nel mondo di oggi, nella nostra contemporaneità, nell'anno della pandemia da Coronavirus.


Il potere non cambia la sua faccia, e la serva Italia non cambia mai davvero, era una nave senza timoniere presa da una tempesta mortale, era un bordello, e sembra che dopo sette secoli sia ancora così.


Il libro fa anche una critica alla società attuale, troppo presa e persa dalla materialità, dalla futilità, quasi incapace di riconoscere ciò che è veramente importante. Anche se, come l'Autore precisa, in qualche modo, la pandemia ci ha costretti a fare un po' i conti, a provare a mettere ordine, "a scendere nel nostro Inferno", come dicevamo all'inizio.

Ma ci spinge anche a soffermarci sull'importanza e sul valore dell'Amore, della sua potenza e forza e che l'Amore cantato da Dante 700 anni fa non è molto diverso dall'Amore di oggi.


Io ti ho creato una lingua concreta, brulicante di vita, fatta di pece e oro, di buio profondissimo e di luce sfolgorante.

Una lingua buona come nessun'altra al mondo per contenere tutto.

Tutto. Le invettive più violente e le preghiere più dolci. Le liti più feroci, più turbolente, e l'ascesa calma verso dove tutto è pace e luce.


Giuseppe Conte ci restituisce un Dante più umano, un Dante scosso e smosso dall'irruenza dell'Amore, un Amore che diventa Dio e che domina le nostre vite. Un Amore passionale che affronta e sfinisce i nostri corpi, le nostre anime, le nostre coscienze. Forse per la prima volta ci viene mostrato un Amore più carnale, meno angelico, ma più reale, da cui anche Dante, uomo tra gli uomini, viene travolto.


Il piacere della carne è il piacere.

Perché, dimmi, se non è vero che ogni piacere nasce nella carne, vive lì, parte da lì.




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