La rinnegata

Valeria Usala, La rinnegata, Garzanti, 2021, pp. 208, € 16,00.




Siamo l’inerzia di un fiore reciso;

il vigore nelle sue radici,

trapiantate in terre straniere.

Siamo l’impeto di un fuoco ardente;

la quiete nelle sue ceneri,

raccolte in cumuli sparsi. 



Senza un uomo accanto, una donna non è nulla. Teresa ha sempre sentito l’eco di questa frase, come il vento durante la tempesta, ma non ci ha mai creduto. Lei che è quiete e fuoco, rabbia e tenerezza, lotta contro il pregiudizio da quando è nata. Rimasta orfana, non ha avuto nessuno a proteggerla dalla propria intelligenza, oltre che dalla propria bellezza. Un intero paese la rinnega, impaurito di fronte alla sua indipendenza, alle sue parole e alle sue azioni. Perché in fondo sono solo queste a renderla diversa dalle altre donne.

Neanche aver creato una famiglia con l’uomo che ama ha messo a tacere le malelingue e i pettegolezzi. Nessuno crede che la sua fortuna, derivante da un emporio e una taverna che ha costruito e gestisce con le sue forze, sia frutto di fatica e tenacia. Ma le voci sono sempre rimaste solo voci, anche quando a rispondere a tono è Maria, la bruja del villaggio, che vaga per le strade senza una meta precisa.

Quando tutto cambia, Teresa deve difendere ciò che ha conquistato e dimostrare che può farcela da sola. Che non rinunciare a sé stessa significa essere libera. Vuole dare a quel vento, pieno di parole feroci, un afflato nuovo; ma il pregiudizio è forte e saldo, come una radice ancorata alla terra.

Non capitava da anni che un esordio venisse accolto con tanto entusiasmo dalle libraie e dai librai che l’hanno letto in anteprima. Valeria Usala ha scelto di dare voce a una donna dimenticata, una donna che ha deciso di resistere contro tutto e tutti. Una giovane autrice rompe il silenzio che avvolge una storia che ha molto da raccontare. Una storia in cui la Sardegna è protagonista attraverso la sua natura, le sue leggende e le sue contraddizioni. Una storia di coraggio e rinuncia. Una storia di amore e potere. Una storia di rinascita e di speranza.



Valeria Usala ci racconta una storia di altri tempi, ma che, purtroppo, per alcune realtà, rimane ancora attuale e concreta.

Nei piccoli paesi sembra che sparlare e criticare le scelte, gli atteggiamenti, i comportamenti degli altri sia il passatempo preferito. Sono tutti sempre pronti a dire la loro, a dare il loro giudizio, come se avessero sempre la verità in tasca, come se fossero sempre nel giusto e gli altri nel torto.


Non è ancora nato chi nella vita non ha mai sbagliato.


Distinguere le menzogne dalla verità è sempre stato il più arduo dei compiti, per tutti.



Avviene anche questo per Teresa e Maria, unite da un legame sconosciuto ma indissolubile, che segnerà le loro vite per sempre.

Una storia di donne raccontata da una donna e come solo una donna sa fare, descrivendo e trasmettendo la forza che solo le donne sanno avere, in positivo e negativo. 


«Ci hanno cresciute per essere donne rispettabili a buon prezzo. Forse è l'unica cosa in cui siamo diventate esperte. E se non lo fanno gli uomini, ci pensiamo noi a rimproverarci a vicenda.»


Teresa si trova nella posizione di dover quasi giustificare la sua bellezza, che diventa una colpa agli occhi del paese, pronti a vederla come strumento di peccato assoluto. Maria si trova a dover pagare l'amore verso una persona sbagliata. Entrambe vivono tutta la loro vita lottando contro il pregiudizio e contro le critiche e le accuse, infondate, degli altri.

Lotteranno con tutte se stesse per affermare la propria unicità, la propria forza, la propria libertà di decidere della propria vita.


Siamo la paura  del tempo che avanza, l'imbarazzo dei gesti incompresi, la follia di una lotta che non ha vincitori.


Una storia che dovrebbe farci riflettere su quando, a volte, il giudizio possa essere pesante e quanto male possa causare; che la solidarietà non è mai abbastanza e, soprattutto, che non dovremmo mai fermarci alla semplice apparenza.


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