Harry Potter/1

 J.K. Rowling, Harry Potter, Salani.




Non avevo mai letto la saga di Harry Potter. Anzi, devo dire, che quando uscì la snobbai tantissimo, rifiutandomi di leggere anche uno solo dei libri. Idem per i film.

Poi, all'improvviso, da adulta, ho avuto una sorta di illuminazione, o, forse, un po' meno pregiudizio.

L'anno scorso mi era capitato di leggere L'Ickabog e ne ero rimasta piacevolmente colpita. La scrittura di J.K Rowling mi aveva affascinata, aveva avuto la capacità di trascinarmi dentro la storia. Da lì si è accesa la mia curiosità e, soprattutto, mi sono detta che, in qualche modo, cominciavo a capire perché Harry Potter avesse avuto tanto successo. Così mi sono messa alla ricerca dei vari libri della saga e ho scoperto che Salani aveva pubblicato un cofanetto con tutta la saga con una nuova traduzione. Ho iniziato a leggere per curiosità ma quasi subito la storia mi ha rapita, trascinandomi al suo interno: non sono riuscita a smettere di leggere finché non sono arrivata all'ultima pagina dell'ultimo libro e credo che siano pochi i libri che abbiano avuto la capacità di investirmi con così tante emozioni.

Per lungo tempo ho pensato che si trattasse solo di strategia pubblicitaria e che probabilmente i libri non fossero granché. Mi sono dovuta ricredere. Penso che la strategia pubblicitaria ci sia stata e in parte ci sia ancora altrimenti i nuovi libri di J.K. Rowling non sarebbero corredati di fascette con su scritto "dall'autrice di Harry Potter"! Ma per il resto la storia è veramente entusiasmante e lo è altrettanto la scrittura dell'autrice e poi pensare che lei fin dalla prima parola avesse già in mente l'intero svolgimento e il finale è qualcosa di veramente straordinario e che non fa altro che dimostrare le grandi capacità della scrittrice.

Leggendo questa storia (e credo che il fatto che abbia letto tutti i libri uno di seguito all'altro abbia aiutato) ho capito quanto mi ero sbagliata con i miei pregiudizi e quante cose potesse insegnare una storia che è solo apparentemente per ragazzini. Infatti penso che Harry Potter non sia una storia solo per bambini e ragazzi ma che abbia tanto da insegnare a noi adulti che, troppo spesso, ci dimentichiamo delle cose veramente importanti.


Harry Potter e la pietra filosofale


Harry Potter è un predestinato: ha una cicatrice a forma di saetta sulla fronte e provoca strani fenomeni, come quello di farsi ricrescere in una notte i capelli inesorabilmente tagliati dai perfidi zii. Ma solo in occasione del suo undicesimo compleanno gli si rivelano la sua natura e il suo destino, e il mondo misterioso cui di diritto appartiene. Nello scatenato universo fantastico della Rowling, popolato da gufi portalettere, scope volanti, caramelle al gusto di cavolini di Bruxelles e ritratti che scappano, la magia si presenta come la vera vita, e strega anche il lettore allontanandolo dal nostro mondo che gli apparirà monotono e privo di sorprese. Il risveglio dalla lettura lo lascerà pieno di nostalgia, ma ancora illuminato dai riflessi di questo lussureggiante fuoco d’artificio.


La storia di Harry ha inizio. Fino agli 11 anni gli era stato taciuto il suo passato e soprattutto ciò a cui era destinato. Ma al compimento del suo undicesimo compleanno, Hogwarts lo convoca perché lui è un mago e come tale è iscritto fin dalla nascita alla più importante scuola di magia. Dal momento che Harry metterà piede nella scuola inizieranno per lui una serie di avventure (o sventure!) che risolverà nel migliore dei modi affiancato dagli inseparabili Ron e Hermione.


Da quel momento Hermione Granger divenne loro amica. È impossibile condividere certe avventure senza finire col fare amicizia.


Bisogna sempre chiamare le cose con il loro nome. La paura del nome non fa che aumentare la paura della cosa stessa.


La verità è una cosa meravigliosa e terribile e per questo va trattata con grande cautela.


Un amore potente come quello di tua madre lascia il segno: non una cicatrice, non un segno visibile. Essere stati amati così intensamente ci dà una sorta di protezione, anche quando la persona che ci ha amato non c'è più. È una cosa che ti resta dentro, nella pelle.



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