S. Canfailla - J. Di Virgilio, Non è questo che sognavo da bambina, Garzanti, 2021, pp. 288, € 16,90.
Nel loro esordio, Sara Canfailla e Jolanda Di Virgilio
raccontano con leggerezza e autenticità che cosa significa diventare adulti
oggi. I fallimenti, le paure e le ambiguità di un momento di passaggio
obbligatorio e doloroso, in cui i punti di riferimento crollano e bisogna
costruirne di nuovi. L’unica cosa che rimane è un sogno. Un sogno che, anche
quando resta chiuso in un cassetto, continua a parlarci. Ed è proprio sapere
che è lì che ci fa sentire vivi.
Una storia che riguarda tutti i ragazzi che, dopo anni di studio, si trovano catapultati in un mondo del lavoro che sembra una giungla e che, sicuramente e nella maggior parte dei casi, non rispecchia ciò che avevano immaginato o sognato.
Passare dall'essere studenti a diventare lavoratori e quindi doversi assumere maggiori responsabilità sembra quasi un qualcosa di impossibile da affrontare e tutto può sembrare insormontabile.
Ida, la protagonista di questo libro, si trova proprio in una situazione del genere. È alla sua prima esperienza lavorativa e pensava che fin da subito sarebbe riuscita a fare ciò per cui aveva studiato: la sceneggiatrice. Si ritrova, invece, in un'agenzia di comunicazione a fare stories su Instagram e a postare foto con didascalie semplice ma ad effetto.
A Ida non piace quello che fa, non le piacciono le persone con cui lavora e dalle quali si sente esclusa (non la invitano a prendere il caffè con loro, non la invitano a pranzo). Ida si sente esclusa, fuori posto, come se stesse perdendo tempo o se lo avesse perso studiando ciò che le piaceva e che collimava con i suoi sogni. Ma poi, man mano che il tempo passa, capisce cosa la farebbe stare bene e acquisisce maggiore sicurezza in sé stessa e nelle sue capacità.
Il libro è un po' uno specchio della realtà che tanti giovani si trovano a vivere, ma per buona parte della narrazione non ho sopportato la protagonista che non faceva altro che lamentarsi. Sono in molti a pensare che subito dopo il percorso di studio si riesca a trovare immediatamente il posto di lavoro dei propri sogni. Purtroppo non è così e bisogna saperlo accettare cercando di trarne gli aspetti più positivi e costruttivi.
Ida ci mette un po' di tempo ma alla fine avrà delle nuove consapevolezze che la aiuteranno ad affrontare il futuro che l'aspetta.
Commenti
Posta un commento