Se questo è un uomo

Primo Levi, Se questo è un uomo.





 A molti, individui o popoli, può accadere di ritenere, più o meno consapevolmente, che «ogni straniero è nemico». Per lo più questa convinzione giace in fondo agli animi come una infezione latente; si manifesta solo in atti saltuari e incoordinati, e non  sta all’origine di un sistema di pensiero.


Ho riletto Se questo è un uomo per la terza volta in questi giorni. La prima volta lo avevo letto al liceo, la seconda per un esame all'università, la terza adesso, da adulta. 

Penso che libri del genere vadano riletti di tanto in tanto per rinfrescare la nostra memoria, per ricordare ciò che è stato e che non dovrebbe più essere.

L'ho letto in età diverse con consapevolezze diverse, cogliendone ogni volta delle sfaccettature diverse. Ho colto, forse, degli aspetti in modo più forte e profondo. Come, ad esempio, il passaggio sul canto di Ulisse della Divina Commedia, quel passaggio così significativo che crea un parallelismo significativo e potente.


Considerate la vostra semenza:

fatti non foste a viver come bruti,

ma per seguir virtute e canoscenza.


Il monito di Ulisse diventa il monito per tutti gli uomini: ricordarsi sempre di essere degli uomini, di far parte di un'umanità. Un monito di cui Primo Levi si fa portavoce fin dall'inizio del libro con la poesia iniziale e con tutto ciò che racconterà in questo e nei libri successivi.


Il Lager è una gran macchina per ridurci a bestie, noi bestie non dobbiamo diventare; che anche in questo luogo si può sopravvivere, e perciò si deve voler sopravvivere, per raccontare.

  

Siamo arrivati al fondo. Più giù di così non si può andare: condizione umana più misera non c’è, e non è pensabile.

 

[…] Ci toglieranno anche il nome: e se vorremo conservarlo, dovremo trovare in noi la forza di farlo, di fare sì che dietro al nome, qualcosa ancora di noi, di noi quali eravamo, rimanga.

 

[…] Ci siamo accorti che la nostra lingua manca di parole per esprimere questa offesa, la demolizione di un uomo.


 

Nei giorni che stiamo vivendo credo che tutti dovremmo ricordarci di non dimenticare, troppo spesso abbiamo la memoria corta, dimentichiamo troppo facilmente e altrettanto facilmente siamo pronti a schierarci da una parte o dall'altra senza conoscere veramente le ragioni e le motivazioni, non riuscendo a capire che al di là di ideologie politiche, di diversità religiose o di pensiero siamo tutti esseri umani che vivono sotto lo stesso cielo. Ogni tanto riflettere su questo credo che non farebbe male.

 


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