Sarah Bakewell, Al caffè degli esistenzialisti, Fazi Editori, 2016, pp. 470, € 20,00.
Siamo a cavallo tra il 1932 e il 1933. Al Bec-de-Graz, un caffè di Parigi la cui specialità sono i cocktail all’albicocca, si incontrano tre giovani amici: Jean-Paul Sartre, Simone de Beauvoir e il loro compagno di scuola Raymond Aron. È lui a introdurre Sartre e la de Beauvoir alla fenomenologia, una nuova corrente di pensiero così radicale che, dice indicando i bicchieri, «Se sei un fenomenologo puoi parlare di questo cocktail ed è filosofia!».
Questa stringata argomentazione dà a Sartre l’ispirazione di cui era in cerca da anni, e gli offre lo spunto per creare la propria filosofia basata sull’esperienza della vita reale, sull’amore e il desiderio, sulla libertà e l’essere, sui caffè e i camerieri, sull’amicizia e il fervore rivoluzionario. Sono idee che ammalieranno Parigi, avranno rapida diffusione in tutto il mondo e lasceranno un marchio indelebile sulla cultura giovanile degli anni Sessanta, dai movimenti per i diritti civili a quelli studenteschi fino alle rivendicazioni del femminismo.
Sarah Bakewell, grazie a uno stile che con la stessa elegante disinvoltura affronta concetti metafisici e aneddotica, dilemmi morali e faide ideologiche, racconta la storia dell’esistenzialismo moderno come un sorprendente e felice incontro di idee, menti e persone.Al caffè degli esistenzialisti è un viaggio originale in una delle filosofie più affascinanti del XX secolo, abitata da personaggi che hanno impresso una traccia indelebile nella storia del pensiero contemporaneo, da Sartre e la de Beauvoir, “il re e la regina dell’esistenzialismo”, fino ai loro amici e fieri avversari come Camus, Heidegger, Merleau-Ponty e Lévinas. Attraverso l’intreccio di biografia e pensiero, Bakewell ci conduce al cuore di una filosofia talmente influente da aver cambiato letteralmente il corso di numerose vite e che è riuscita ad affrontare la più grande di tutte le questioni: chi siamo e come dovremmo vivere?
Questa stringata argomentazione dà a Sartre l’ispirazione di cui era in cerca da anni, e gli offre lo spunto per creare la propria filosofia basata sull’esperienza della vita reale, sull’amore e il desiderio, sulla libertà e l’essere, sui caffè e i camerieri, sull’amicizia e il fervore rivoluzionario. Sono idee che ammalieranno Parigi, avranno rapida diffusione in tutto il mondo e lasceranno un marchio indelebile sulla cultura giovanile degli anni Sessanta, dai movimenti per i diritti civili a quelli studenteschi fino alle rivendicazioni del femminismo.
Sarah Bakewell, grazie a uno stile che con la stessa elegante disinvoltura affronta concetti metafisici e aneddotica, dilemmi morali e faide ideologiche, racconta la storia dell’esistenzialismo moderno come un sorprendente e felice incontro di idee, menti e persone.Al caffè degli esistenzialisti è un viaggio originale in una delle filosofie più affascinanti del XX secolo, abitata da personaggi che hanno impresso una traccia indelebile nella storia del pensiero contemporaneo, da Sartre e la de Beauvoir, “il re e la regina dell’esistenzialismo”, fino ai loro amici e fieri avversari come Camus, Heidegger, Merleau-Ponty e Lévinas. Attraverso l’intreccio di biografia e pensiero, Bakewell ci conduce al cuore di una filosofia talmente influente da aver cambiato letteralmente il corso di numerose vite e che è riuscita ad affrontare la più grande di tutte le questioni: chi siamo e come dovremmo vivere?
L'esistenzialismo può essere ricondotto a chiunque si sia sempre sentito insoddisfatto, ribelle o alienato rispetto a qualcosa.
Sartre scrisse come un romanziere, [...] descrisse le sensazioni fisiche del mondo e le strutture e gli stati d'animo della vita umana. Ma soprattutto scrisse su un grande tema: che cosa significa essere liberi. La libertà, per lui, è al centro di tutta l'esistenza umana ed è ciò che distingue gli esseri umani da ogni tipo di oggetto.
La filosofia esistenzialista incoraggiò gli omosessuali a vivere la propria vita nel modo in cui ritenevano fosse giusto per loro piuttosto che cercando di adeguarsi alle idee altrui.
L'opera di Sartre era un'indagine epica sulla libertà [...]. L'interesse della de Beauvoir era piuttosto rivolto alle correnti del desiderio, dell'osservazione, della gelosia e del controllo, che connettono tra loro gli individui.
Gli esistenzialisti ci ricordano che l'esistenza umana è ardua e che spesso le persone si comportano in modo atroce, ma ci mostrano anche quanto grandi siano le nostre possibilità.
Galeotto fu un cocktail all'albicocca. Infatti è davanti a questo cocktail che Jean-Paul Sartre e Simone de Beauvoir maturano l'idea e l'intenzione di avviare un nuovo filone di pensiero che prenderà il nome di Esistenzialismo.
Sarah Bakewell traccia un quadro storico-biografico degli "Esistenzialisti" esponendo il loro pensiero e la loro filosofia in relazione alle loro vite e agli eventi storici che si succedono nel periodo in cui essi vivono e lavorano.
L'approccio è quello di trattare la loro filosofia come espressione della loro esperienza umana e in relazione alle loro vite. Ciò contribuisce a proporre la filosofia, per molti considerata materia ostica, oscura e difficile da affrontare, in modo più accessibile, grazie al racconto, quasi romanzato, delle esistenze degli esistenzialisti (il gioco/bisticcio di parole è quasi d'obbligo).
Grazie a questo libro e a questo modo di scrittura è come se i filosofi scendessero dall'Olimpo in cui molte volte vengono collocati per confondersi con la gente comune, anche perché ciò che gli Esistenzialisti si propongono è proprio quello di mostrare e dimostrare come bisognerebbe vivere per avere una "giusta" esistenza.
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