Lo straniero

Alberto Camus, Lo straniero, Bompiani, pp. 168, con introduzione di Roberto Saviano.




Pubblicato nel 1942, ''Lo straniero'' è un classico della letteratura contemporanea: protagonista è Meursault, un modesto impiegato che vive ad Algeri in uno stato di indifferenza, di estraneità a se stesso e al mondo.

Un giorno, dopo un litigio, inesplicabilmente Meursault uccide un arabo. Viene arrestato e si consegna, del tutto impassibile, alle inevitabili conseguenze del fatto - il processo e la condanna a morte - senza cercare giustificazioni, difese o menzogne. Meursault è un eroe ''assurdo'', e la sua lucida coscienza del reale gli permette di giungere attraverso una logica esasperata alla verità di essere e di sentire.

Un romanzo tradotto in quaranta lingue, da cui Luchino Visconti ha tratto nel 1967 l'omonimo film con Marcello Mastroianni.

Titolo originale: ''L'Étranger'' (1942).



Il messaggio che emerge da questo libro è che in fondo ognuno di noi è un po' un estraneo nella propria vita. Il protagonista vive la sua vita quasi subendola, indifferente a tutto ciò che gli accade e quasi incapace di prendere qualsiasi tipo di decisione: è come se tutto gli scivolasse addosso senza toccarlo o intaccarlo minimamente: Meursault rappresenta un essere apatico, incapace quasi di vivere e di reagire a qualsiasi avvenimento, come uno spettatore passivo della propria esistenza.


Parlano di questo libro:

- La Repubblica 

- Il Riformista

- Tutto Libri - La Stampa

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