Uomini e topi

John Steinbeck, Uomini e topi, edizione originale 1937, prima edizione italiana 1938 con traduzione di Cesare Pavese.



La storia di un'amicizia profonda tra due uomini, due braccianti stagionali in California che condividono un sogno. George Milton si occupa da sempre con ferma dolcezza di Lennie Small, un gigante con il cuore e la mente di un bambino. Il loro progetto, mentre vagano di ranch in ranch, è trovare un posto tutto per loro a Hill Country, dove la terra costa poco: un posto piccolo, giusto qualche acro da coltivare, e poi qualche pollo, maiali, conigli. Ma le loro speranze, come ''i migliori progetti predisposti da uomini e topi'' (è un verso di Burns), sono destinate a sbriciolarsi. Il ritratto di un'America soffocata dalla crisi e di un'umanità gretta e gelosa nella drammatica rappresentazione di un maestro della letteratura. Scritto nel 1937 e destinato a un pubblico di uomini semplici come George e Lennie, ''Uomini e topi'' è una breve storia ricca di dialoghi, un piccolo gioiello di scrittura, pensato da Steinbeck per essere messo in scena in teatro e al cinema: e così è successo, sul grande schermo e a Broadway. Ma ''Uomini e topi'' resta prima di tutto un romanzo indimenticabile.



Ancora una volta un classico si dimostra più che mai attuale e contemporaneo. Ci dimostra come le miserie umane facciano parte di noi, siano insite nel nostro essere.

Forse oggi un libro del genere non verrebbe nemmeno pubblicato, verrebbe tacciato di razzismo, sessismo e quant'altro, ma vorrebbe dire nascondere la testa sotto la sabbia come gli struzzi, perché, purtroppo, racconta del nostro mondo e della nostra società.

Invece penso che leggere testi del genere possa fare bene a tutti, per spingerci ad aprire gli occhi e a renderci veramente conto di ciò che ci sta attorno, di quello che viviamo, delle condizioni della nostra società e di quanto, troppo spesso, ci riempiamo la bocca di belle parole ma poi, nella concretezza, non siamo capaci di fare ciò che veramente servirebbe.

Uomini e topi ci mostra come il non essere conforme agli altri possa mettere in una condizione di inferiorità e anche di pericolo. Lo dimostra con il personaggio di Crooks, lavoratore nero, costretto a stare in disparte, a non condividere gli spazi con gli altri lavoratori e a subire le angherie di chi si crede superiore. Ancor di più ci viene mostrato con Lennie, un omaccione buono con qualche problema di ritardo mentale che, purtroppo, non riesce a dosare e a controllare la propria forza.

Leggeri testi del genere oggi ci potrebbe aiutare a ricordare che tanti errori sono stati fatti e tutti noi dovremmo provare a non commetterli più e a migliorarci ogni giorno.


Parlano di questo libro: 

- Enciclopedia Treccani

- Tutto Libri - La Stampa

- Robinson - La Repubblica

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