Robert Louis Stevenson, Lo strano caso del Dr. Jekyll e di Mr. Hyde, I edizione originale 1886, I edizione italiana 1905, pp. 144.
L'uomo non è unico, ma duplice
Lo strano caso del Dottor Jekyll e di Mister Hyde rappresenta in pieno l'esempio più calzante del tema del doppio. Dottor Jekyll e Mister Hyde rappresentano le due facce di una stessa medaglia, in questo caso, di una stessa persona. Stevenson dice chiaramente che in ogni persona convivono due personalità, in ognuno di noi esiste una parte buona e una cattiva, ma spetta a noi decidere quale far emergere e prevalere. Nel racconto emerge come la parte negativa tenda sempre a prevalere su quella positiva, spesso anche contro la nostra volontà e qui sta la riflessione di Stevenson sul fascino che il male può esercitare anche sull'essere umano. Il romanzo di Stevenson è diventato un testo-simbolo nella trattazione del "tema del doppio" perché l'autore ne affronta la tematica analizzandola nel profondo e quasi teorizzandola, collocandola in un contesto sociale ben preciso e soprattutto facendola quasi diventare espressione stessa della società.
La rivoluzione di Stevenson risiede soprattutto nel fatto che lo sdoppiamento avviene fisicamente e non solo dal punto di vista mentale o psicologico: le due personalità si personificano di due essere umani diversi e distinti. Non si ha, come in psicanalisi, una proiezione al di fuori di se stessi, ma una persona fisica.
«Hyde [...] non è facile da descrivere. Nel suo aspetto c'è qualcosa di sgradevole, di detestabile addirittura. Non ho ma visto un uomo che mi riuscisse tanto odioso, eppure non ne so spiegare il motivo. Deve avere qualche deformità; si avverte qualcosa di deforme in lui, anche se non saprei localizzarlo. È un uomo di aspetto strano, eppure non riesco a trovare in lui niente fuori dell'ordinario. Nossignore, non ci capisco nulla, non sono in grado di descriverlo.»
Il signor Hyde era pallido e basso, dava un'impressione di deformità senza avere alcuna precisa malformazione e aveva un sorriso ripugnante.
Il sogno della creatura è quello di poter vivere liberamente le sue passioni, di dare sfogo alle inclinazioni malvagie che albergano nel suo animo senza limiti né freni. Il fatto che sia appunto una personificazione corporea, separata da quella del dottore, costituisce l’alibi vittoriano per eccellenza. Il trionfo del perbenismo dilagante, in virtù del quale la cosa fondamentale è l’apparenza. Anche la casa del Dottor Jekyll, dotata di una facciata solida e rispettabile lato strada, offre sul retro, che affaccia su un vicolo secondario, un cortile squallido, sporco e miserevole, come una seconda natura da tenere rigorosamente nascosta. Ciò rappresenta il contrasto realmente esistente nella società del tempo: da una parte l’eccesso di ricchezza, l’alta rispettabilità e la solidità delle posizioni privilegiate, dall'altro la miseria, la corruzione, lo sfruttamento della prostituzione, il crimine e il delitto, frequentemente impunito in quei quartieri popolosi e malfamati. Alla fine, nel romanzo, a causa di un ingrediente venuto a mancare, o mutato nella composizione, la formula chimica originaria non è più riproducibile e il Dottor Jekyll perde definitivamente il controllo sul suo alter ego, soccombendo così al suo lato oscuro, e votandosi alla morte. È la chiusura moralistica che Stevenson ha scelto, saggiamente, per non attirarsi le critiche della società contemporanea.
Il destino e il fardello della nostra vita sono destinati a pesare eternamente sulle spalle di ognuno di noi e che, quando cerchiamo di sbarazzarcene, essi ci ripiombano addosso più pesanti e più estranei di prima.
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