Lumìe di Sicilia

 Luigi Pirandello, Lumìe di Sicilia, in Novelle per un anno, 1922.


La novella affronta il tema pirandelliano del contrasto tra il mondo che immaginiamo e amiamo, e la realtà mutevole che delude le nostre speranze. Il protagonista, Micuccio, vive costruendosi una realtà che non esiste: mantiene Teresina, le paga gli studi, e mentre lei cambia entrando nel mondo dello spettacolo e venendo a contatto con gente dedita alla ricchezza e al divertimento, il protagonista rimane invece ancorato alla speranza del passato, quella di sposare Teresina.

Ma Teresina non è più la ragazza di una volta, e questo lo testimonia non solo il nome diverso, ma anche l’atteggiamento, la scollatura del vestito, il modo di parlare e persino di ridere. Micuccio aspetta il momento giusto per chiedere a Teresina di sposarlo, ma la sua staticità si contrappone alla mutevolezza del personaggio di Teresina, che nel frattempo è cambiato e ormai è distante e diverso dal mondo lontano del suo paese siciliano.



Il tema principale di questa novella è il contrasto tra la realtà immaginata e la realtà vissuta.

Micuccio vive in attesa di sposare Teresina, la aspetta per 5 lunghi anni, durante i quali i loro contatti sono minimi. A scrivere a Micuccio è la madre di Teresina, zia Marta, mentre lei si limita a poche parole, sempre uguali. Micuccio pensa che arrivando a Napoli, dove Teresina vive e dove è diventata ormai una diva affermata e circondata da ammiratori benestanti, possa chiederle di sposarlo e realizzare ciò che lui ha immaginato e sognato in quegli anni. Ma la realtà si rivelerà totalmente diversa. Micuccio trova una Teresina totalmente cambiata, che usa un nome d'arte, che si atteggia a gran signora, che ormai è una grande artista. A lui non è concesso di partecipare alla festa, insieme ai ricchi invitati. Ben presto Micuccio capisce che ormai tra lui e Teresina si è creato un divario invalicabile e incolmabile così va via proibendo a Teresina di prendere le lumìe che aveva portato in dono dalla Sicilia, la loro terra natìa.

Questa novella credo che ci lasci un messaggio molto importante che rimane attuale ancora oggi: non bisogna mai dimenticare le proprie origini. È giusto aspirare a una vita migliore, una condizione più agiata, è giusto provare a elevarsi moralmente e culturalmente, gli uomini lo fanno da sempre e credo che si debba sempre puntare a migliorare se stessi, ma ciò non significa dimenticare da dove si viene, ciò che è stato il nostro vissuto, i posti dove siamo nati, perché fa tutto parte del nostro bagaglio, di ciò che siamo e ciò che possiamo diventare dipende anche da ciò che siamo stati.

Pirandello fa, quindi, una dura critica a chi pensa che arrivando a ricoprire posizione sociali più elevate possa quasi cancellare le sue origini e il suo passato.


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