Martin Eden

Jack London, Martin Eden, 1909.



Martin Eden (1909) è stato definito uno dei «libri arrabbiati della letteratura americana». Nella vicenda del protagonista, giovane marinaio che si scopre scrittore e si autodistrugge una volta raggiunto il successo per protesta contro una fama in cui non si riconosce, si rispecchia la vita tormentata dell’autore, la sua difesa di una personale via alla narrativa in polemica con il professionismo letterario dell’epoca. L’intensa fabula dell’apprendistato di London e della sua disperata, rabbiosa e ambigua volontà di emergere trascende però i modi dell’autobiografismo per farsi straziante radiografia delle contraddizioni della società americana di fine secolo: una società materialista, nata da un grandioso sforzo pionieristico, tesa alla conquista dei beni del mondo, che l’autore osserva prima dal basso, con l’ansia del diseredato in cerca di riscatto, poi col disincanto di chi ne rifiuta la spietata logica di consumo che macina profitti, mercifica persino la poesia e sacrifica vite reali.

 

Il romanzo dello scrittore americano Jack London, intitolato Martin Eden, è edito nel 1908 inizialmente a puntate per la rivista “Pacific Monthly” e successivamente pubblicato come libro nel settembre 1909 dalla casa editrice The Macmilan Company.

 

Nel romanzo, l’autore sferra un chiaro attacco al capitalismo e all'individualismo che regna sovrano in quel periodo e che aveva obbligato gli americani ad un drastico periodo di povertà. Il romanzo è inoltre autobiografico, in quanto i critici di quell’epoca hanno individuato nello scritto delle somiglianze con la vita privata dell’autore.

 

All'inizio della sua carriera anche Jack London ha lottato per imporsi come scrittore, come lo stesso Martin Eden, protagonista del romanzo. Egli lotta disperatamente per affermarsi nel mondo della scrittura e cambiare così il suo destino di marinaio.

Il romanzo tratta la storia di un marinaio che tenta la sorte per diventare uno scrittore; si impegna senza sosta, cercando di continuo la perfezione della sua scrittura. A sostenerlo è la sua ricerca dall'amore di una donna di estrazione borghese Ruth Morse.

Jack London evidenzia le differenze delle classi sociali dei due protagonisti che creeranno disagi al protagonista principale Martin Eden. Come ribadisce l’autore, l’estrazione sociale non dovrebbe mai creare particolari problemi se un rapporto personale è fondato sull'amore e sull'affetto, ma in realtà non avviene sempre così.


La Trama.  Siamo all'inizio del 1900. Martin Eden è un ragazzo che vive nella città di Oakland. È forte, bello e a soli 20 anni ha vissuto molte esperienze in giro per il mondo grazie alla sua attività di marinaio.  Ora, nonostante abbia solo frequentato le prime classi elementari, vuole cambiare il suo destino per affermarsi come scrittore. Inizia ad applicarsi e, in maniera autonoma, si mette a studiare. A sostenerlo in questo suo percorso è l’amore per la giovane Ruth, donna borghese di San Francisco e sorella minore di Arthur, un giovane che Martin aveva aiutato e salvato durante una rissa.

Arthur lo invita a cena sia per ringraziarlo dell’aiuto dimostratogli, sia per far conoscere ai suoi genitori un rappresentante di una realtà diversa a loro sconosciuta, quella dell’altruismo. Lì Martin incontra Ruth, di cui si innamora perdutamente. Martin viene a contatto con una realtà totalmente diversa dalla sua e comprende che l’unico modo per conquistare Ruth e avere una possibilità di relazione con lei, è quello di abbattere la distanza intellettuale che esiste tra lui e la classe borghese a cui lei appartiene.

Martin riesce nel suo intento e si fidanza con la ragazza. Nonostante i suoi lunghi momenti dedicati allo studio e alla scrittura, vive in povertà: viene perciò osteggiato dai famigliari di lei che impediscono alla ragazza di sposarlo.

Per sostenersi economicamente, per un certo periodo, Martin lavora in una lavanderia e stireria, insieme all'amico Joe. Ma questo lavoro lo consuma, così da spingerlo a tornare sui suoi libri.

Proprio mentre la situazione sembra evolversi per il meglio, il suicidio del suo più caro amico scrittore e poeta, il mecenate Russ Brissenden ed il conseguente abbandono da parte della sua fidanzata, gettano Martin nello sconforto più profondo. Ruth viene convinta dai genitori a lasciare Martin a causa di un falso articolo giornalistico che ritrae il ragazzo come un fanatico socialista.

La situazione migliora solo quando, dopo un periodo di intensi studi durato ben due anni, il bel Martin riesce ad emergere nel mondo della scrittura. Il successo arriva grazie alla realizzazione di un saggio filosofico; il suo libro diventa anche un caso letterario internazionale provocando non poche dispute negli Stati Uniti ed in Europa. Martin Eden viene quindi invitato a tenere interviste e conferenze nei circoli più esclusivi di San Francisco.

Il successo di Martin fa cambiare improvvisamente idea anche a tutti coloro che l’avevano sempre deriso e schernito. Ma con il passare del tempo, non gli resta più nulla di concreto tranne la popolarità e la fama. Vive di rendita con quello che ha ricavato dalle sue opere prodotte nei due anni precedenti. Completamente disilluso, non prova più nessuna emozione sentimentale nei confronti di Ruth Morse, che ritorna a fargli visita tentando di riavvicinarsi a lui.

A questo punto, il protagonista si interroga e pensa cosa sia cambiato in questi anni. Gli editori che avevano sempre rifiutato i suoi scritti, facendogli patire anche la fame, ora se lo contendono invitandolo a cene, cercandolo per appuntamenti e comprando i suoi scritti a qualunque prezzo. Ora Martin si sente solo, è incapace d’integrarsi in qualsiasi classe sociale, alta o bassa, ciò è dovuto alla troppa velocità con cui ha ottenuto fama e ricchezza.

Così, stremato dalla situazione e depresso, decide di partire per Tahiti dove vuole ritirarsi. Ma durante il viaggio succederà qualcosa di inaspettato ma di non totalmente imprevedibile.


Non aveva ancora trovato il suo posto nel mondo. Si era adattato a qualsiasi tipo di ambiente e situazione e ovunque andasse si faceva ben volere da tutti. Ma non aveva mai messo radici. Di volta in volta si era adattato quel tanto che bastava a far contenti gli altri, ma lui di accontentarsi non voleva proprio saperne. Sempre preda di un senso di inadeguatezza, aveva sentito il richiamo di qualcosa che andasse oltre il suo stretto orizzonte e aveva passato la vita a cercarlo, finché non si era imbattuto nei libri, nell'arte, nell'amore.


Chi è Martin Eden? Se lo chiede lui stesso all'interno del libro. Fin dal principio si sente un estraneo ovunque: nel mondo, nella società, nella sua stessa vita. 


Chi sei Martin Eden? Cosa sei? Qual è il tuo posto? Di diritto il tuo posto è in mezzo alle fatiche innumerevoli, a tutto ciò che è basso e volgare e privo di bellezza. Il tuo posto è in mezzo ai buoi e alle bestie da soma, in ambienti sudici, tra tanfi e miasmi.


Martin è consapevole della sua posizione ma sa anche che, volendo, potrà elevarsi a una posizione migliore e studiando potrà diventare ciò che veramente desidera. Si sente fuori posto perché sa di non essere all'altezza della situazione, ma sarà proprio tutto questo a spingerlo a lottare per raggiungere quella posizione che gli sembra così distante da lui.


Era circondato da un mondo sconosciuto, in ansia per quel che poteva succedere, ignaro di cosa dovesse fare, consapevole di camminare e muoversi in modo goffo, preoccupato che tutte le sue qualità e virtù venissero fiaccate allo stesso modo. Si sentiva esposto, scoperto, preda di un imbarazzo disperante.

Era sensibile alla bellezza. [...] Un dipinto a olio catturò la sua attenzione. [...] Era bello e quella bellezza lo attirava in modo irresistibile.

[...] vide i libri sul tavolo. Nei suoi occhi balenò subito un lampo di vorace desiderio simile alla voracità che balena negli occhi di un uomo affamato alla vista del cibo. Un passo deciso e impulsivo [...] lo portò fino al tavolo, dove prese a maneggiare i libri con tenerezza.


Martin Eden era affamato di bellezza e di conoscenza. Farà qualsiasi cosa per provare a colmare questa fame, si impegnerà all'inverosimile. E questo dovrebbe essere un monito per tutti: il sapere, la conoscenza, la curiosità possono rappresentare un motore per la nostra esistenza e non dovremmo mai sottrarci al loro fascino e al loro richiamo.


La vita di Martin Eden era sempre stata dominata dalla curiosità. Voleva conoscere ed era questo desiderio a spingerlo all'avventura per il mondo.


Capisce che la sua strada è quella della scrittura e inizierà a scrivere, facendolo diventare quasi la sua unica ragione di vita.


Altri uomini avevano scoperto la magia della lingua, che consisteva nella capacità di trasformare le parole in servitori obbedienti, di fare sì che la combinazione delle parole contasse più della somma dei loro significati singoli.

Ma era pur vero che fino a quel momento non aveva mai cercato di dare voce, con le parole, ai suoi pensieri più nobili. Era quello il problema. Ecco la spiegazione di tutto. Non ci aveva mai provato.

Si struggeva dal desiderio di esprimere ciò che provava, ma riusciva soltanto a farfugliare versi prosaici che avrebbe potuto farfugliare chiunque.


Ma Martin non si arrende neanche di fronte alle palesi difficoltà. Lui crede in quello che fa e sa che, con tanto sacrificio, è riuscito a migliorare e a elevarsi e, nonostante tutte le persone che stanno intorno considerano ciò che sta facendo una perdita di tempo, lui continuerà a lottare, perché crede nella bellezza, crede nell'amore che lo motiva.

E dimostrerà di aver ragione lui. Riuscirà a raggiungere il successo che aveva tanto inseguito e anelato, ma è proprio in quel momento che qualcosa cambia, non sarà più come prima.

Era stato abbandonato da tutti. Gli avevano voltato tutti le spalle, considerandolo solo un perdigiorno. Poi quasi all'improvviso, tutto ciò che aveva scritto trova una sua collocazione e, nel giro di poco tempo, tutte le sue opere vengono pubblicate. Ha successo Martin Eden. Tutti, ora, vogliono essere amici di Martin Eden. Tutti se lo contendono per un invito a pranzo o a cena. Ma Martin Eden ci mette poco a capire che è quello che vuole, non è quello che ha cercato per così tanto tempo. 


L'intrinseca bellezza e la forza espressiva della sua scrittura non significavano nulla per le centinaia di migliaia di persone che lo acclamavano e compravano i suoi libri. Era il personaggio del momento, l'avventuriero che era riuscito a espugnare il Parnaso.


Voleva essere apprezzato per se stesso, per il suo lavoro che, in fin dei conti, era un'espressione della sua interiorità.


Non ho mai avuto paura della vita, ma non avrei mai immaginato che un giorno avrei potuto esserne sazio. La vita mi ha riempito a tal punto da svuotarmi di ogni desiderio.


Lui, Martin Eden, affamato di vita, di sapere, di conoscenza, arriva a essere disgustato da tutto quello a cui aveva sempre anelato e all'improvviso avrà come un'illuminazione che porterà all'imprevedibilità del finale.


Martin Eden è un libro che mi ha colpito molto per tutto l'evolversi della storia e per i vari argomenti che tratta. È un libro che sembra scritto l'altro ieri. Certo la società che racconta è quella di un altro secolo, ma le differenze che sottolinea, che diventano quasi discriminazione, sono più che mai attuali e, ancora una volta, sono sempre le apparenze ad avere la meglio: l'apparenza meglio della sostanza ci sembrano dire queste pagine. Tutti si accorgono di Martin Eden quando inizia ad avere successo, soldi, fama, eppure lui quelle composizione le aveva scritte da tempo, ma prima nessuno le aveva considerate, tutti gli dicevano che non aveva il giusto talento, che non era poi così capace come pensava. Poi all'improvviso la fama e i soldi hanno fatto la differenza e Martin Eden non ci sta perché non è quello per cui ha lottato.

È un libro che vale la pena leggere e anche rileggere perché penso che ogni rilettura possa rivelare degli aspetti nuovi.

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