I giorni della libertà

Alessandro Milan, I giorni della libertà, Mondadori, 2023, pp. 288.


Tutto inizia con una pietra d’inciampo vicino casa. Alessandro Milan la scorge in un giorno di ottobre, quasi per caso. Riporta il nome di Angelo Aglieri, impiegato del «Corriere della Sera», arrestato nel maggio 1944 con l’accusa di aver introdotto in redazione una bomba a mano, poi condotto al carcere di San Vittore e da qui deportato al campo di Fossoli. Determinato a ricostruirne la storia, Milan inizia la sua ricerca. A quella vicenda però se ne intrecciano presto molte altre: la storia di chi allora era soltanto un ragazzino, come Sergio Temolo, e perse il padre per mano fascista il 10 agosto 1944 nell'eccidio di piazzale Loreto, o di chi mise a disposizione il proprio coraggio, come Carmela Fiorili, portinaia del palazzo in viale Monza 23 – noto come il «Casermone» -, staffetta partigiana insieme alla figlia, Francesca, e per mesi punto di riferimento sicuro per la resistenza meneghina.Il risultato è un grande affresco di uomini e donne che, pur non conoscendosi, si trovano legati da un filo invisibile, protagonisti e testimoni della Storia. Le loro vite si sfiorarono tra le strade dello stesso quartiere, della stessa città, Milano, sempre più devastata dai bombardamenti e dalle macerie. Quello di Milan è il racconto di una pagina della resistenza milanese, ma anche un racconto universale che, con accuratezza storica e un brillante passo narrativo, restituisce un pezzo di storia del nostro Paese. Un racconto che parte da Milano e si dipana nel resto d’Italia, dal campo di prigionia di Fossoli a Riva del Garda fino alle campagne vicentine di Arzignano. Un racconto che parla di noi, del nostro passato e del nostro presente.


C’è qualcosa che si va diffondendo, tra quei lavoratori, qualcosa di sfuggente, di indefinibile. È il peso delle idee.

 

L’Italia che stava morendo di silenzio, o di false parole, ora risorge.


I giorni della libertà di Alessandro Milan è il racconto degli ultimi anni della Seconda Guerra Mondiale e degli anni della Resistenza, anni in cui uomini e donne lottarono con forza e con coraggio per riconquistare quella libertà che era stata a lungo negata e per creare un mondo nuovo, il mondo che noi oggi abitiamo.

Lo fa quasi in punta di piedi, con rispetto e con delicatezza verso chi quegli anni li ha vissuti, chi in quegli anni ha lottato e combattuto, chi in quegli anni è morto o ha perso delle persone molto care.

La voglia di libertà tra gli Italiani non è mai mancata durante tutti gli anni segnati dal Fascismo prima e dalla guerra dopo. Tutti hanno cercato di portare avanti le proprie idee con forza e con coraggio pur dovendo sottostare alle leggi di un regime totalitario e totalizzante.  Alessandro Milan racconta proprio la vita di questi uomini e di queste donne e non lo fa basandosi solo su ricerche fatte nelle biblioteche o negli archivi ma cercando i protagonisti o i familiari di quanti in quei giorni di lotta e dolore c’erano. Il filo conduttore è la storia di Sergio Temolo, un bambino, che guardava agli episodi che accadevano in quegli anni con gli occhi di bambino, ma che li racconta con estrema lucidità e vividezza, con le emozioni ancora vive.

Sono gli anni che vanno dalla firma dell’armistizio dell’8 settembre, quando molti pensarono che finalmente la guerra era finita e che presto si sarebbe tornati alla normalità e soprattutto alla libertà. Purtroppo questa illusione svanì molto presto e da quel momento per il nostro Paese si apre un’ulteriore pagina ugualmente dura e forse anche un po’ più dolorosa di quanto si era vissuto fino ad allora. Ma gli Italiani hanno capito che una svolta ci può essere, devono solo resistere e combattere.

Credo che il periodo della Resistenza rappresenti una pagina della nostra Storia a volte un po’ sottovalutata e non sempre conosciuta come meriterebbe, mentre dovrebbe servirci sempre da promemoria per ricordarci che se oggi abbiamo la possibilità di vivere in un Paese libero lo dobbiamo a chi ha combattuto, lottato e morto per permettercelo.

Purtroppo, però, abbiamo troppo spesso la memoria corta e ci dimentichiamo facilmente di quanto la libertà sia un valore fondamentale e che dovrebbe essere per tutti cosi. Tutti dovrebbero avere il diritto di vivere in un Paese libero, tutti dovrebbero poter esprimere le loro opinioni senza il timore di poter rischiare la vita per questo.

Dovremmo ricordarci tutti che la guerra non è mai la soluzione, ma rappresenta una sconfitta per tutti, sempre.

Ogni tanto, spesso, ci dimentichiamo di troppe cose fondamentali. Abbiamo sempre di più la memoria corta.

Dovremmo ricordarci che la Storia va conosciuta e studiata per evitare di commettere gli stessi errori del passato.

Dovremmo, ma non sempre accade.


Parlano di questo libro: 

- Ansa.it

- Corriere della Sera



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