La solitudine dei numeri primi


LA SOLITUDINE DEI NUMERI PRIMI

È il primo romanzo di Paolo Giordano, edito da Mondadori nel 2008.
È un libro che, una volta che lo inizi a leggere, devi arrivare alla fine perché vuoi sapere cosa succederà.
Chi sono i numeri primi? Sono Alice e Mattia, due numeri primi perché vivono ognuno nella propria solitudine. Si incontrano per poi dividersi di nuovo senza trovare il coraggio di dirsi ciò che provano. Vivranno l'amore l'uno per l'altra senza mai dichiararselo, anche se, in fondo, ognuno di loro sapeva da cosa erano uniti.
Nel 2010 il libro diventa film, diretto da Saverio Costanzo.  Come spesso accade chi ha letto prima il libro e poi vede il film sente che è come se non fosse la stessa cosa. Questo film può definirsi più un adattamento che una trasposizione in quanto sembra un'interpretazione della vicenda narrata nel libro più che una sua riproduzione.

LA TRAMA. Il romanzo racconta la storia di due persone,  Alice Della Rocca e Mattia Balossino, le cui vite vengono gravemente segnate da vicende accadute nella loro infanzia. Alice viene presentata come una bambina di sette anni che pur odiando la scuola di sci e non mostrando alcuna attitudine particolare per questo sport, viene costretta a frequentarne un corso dal padre, che nutre grandi aspettative nei suoi confronti. Una mattina, Alice si separa dal resto del gruppo e, nel tentativo di tornare a valle, finisce in un dirupo rimanendo gravemente ferita. La ragazzina rimarrà zoppa per il resto della vita.
Mattia è un bambino dotato ed intelligentissimo, al contrario della gemella Michela che invece è affetta da una grave forma di autismo. Isolato dal resto dei coetanei per via della sua "scomoda" sorella, Mattia vive la propria infanzia in solitudine. Poi, un giorno, per poter partecipare alla festa di compleanno di un compagno di classe, lascia la sorella in un parco, pensando di andarla a riprendere più tardi. Ma al suo ritorno Michela è scomparsa, forse annegata nel vicino fiumiciattolo, sebbene le numerose ricerche in seguito non abbiano portato a nulla.
Questi avvenimenti segnano profondamente la vita dei due ragazzi.
Alice e Mattia stringono un'amicizia particolare: ciascuno svolge la propria esistenza autonomamente, ma ogni volta tornano a cercarsi. Continuano a frequentarsi anche dopo il liceo, quando Mattia si iscrive a matematica e Alice sviluppa la propria passione per la fotografia. Nel frattempo, Fernanda, la madre di Alice, si ammala di un tumore e viene fatta ricoverare in ospedale. Lì, Alice conoscerà Fabio Rovelli, un giovane medico. Mattia intanto, conseguita la laurea, riceve un'offerta per una cattedra d'insegnamento presso un'università del nord Europa (probabilmente Norvegia). La cosa lo lascia molto dubbioso, complicandogli la scelta. In questo periodo della sua vita, Mattia racconta per la prima volta ad Alice la storia di Michela, e per la prima volta i due ragazzi si scambieranno un bacio. Ciò nonostante, un litigio fra Alice e Mattia convince il ragazzo a partire. Alla fine Fernanda muore ed Alice sposa Fabio, mentre Mattia vive in solitudine all'estero.
Il matrimonio tra Fabio ed Alice declina lentamente: Fabio infatti vuole un figlio da Alice ma lei, non avendo più le mestruazioni da anni a causa dell'anoressia, non può restare incinta. La coppia si separa e Alice cade in depressione.
Nel frattempo Mattia esercita con successo la professione di insegnante di topologia algebrica presso l'università straniera, dove conosce un collega, Alberto, anch'egli italiano. I due fanno un'importante scoperta che riguarda l'algebra e vanno a festeggiare a casa di Alberto. In quell'occasione Mattia conosce una donna, Nadia, amica del collega, con la quale passerà una notte di sesso. Intanto gli anni passano, nel 2007, Alice viene convinta dal suo datore di lavoro (fotografo) a farsi vedere da un medico in ospedale, ma lì all'ingresso si imbatte in una ragazza che somiglia molto a Mattia, e che ad Alice fa tornare in mente Michela, la gemella scomparsa. Nonostante non sia sicura di quanto ha visto, Alice decide di chiamare Mattia senza però specificarne il motivo.
Mattia, pur non sapendo di cosa si tratti, accetta l'invito di Alice e torna in Italia. Alice non trova il coraggio di raccontare a Mattia ciò che credeva di aver visto, ma i due amici passano un pomeriggio insieme durante il quale la ragazza lo bacia, scoprendo così di essere ancora innamorata di lui. Nonostante ciò non riescono a superare il muro di solitudine che li separa, e Mattia ripartirà senza che il loro rapporto abbia avuto alcuno sviluppo.
I due ragazzi sono infatti paragonati a due numeri primi gemelli (numeri primi solitari ed isolati, ma vicinissimi fra loro, poiché separati da un solo numero): accomunati dalle stesse particolarità, attratti l'uno verso l'altra, non riescono mai ad unirsi, perché divisi da un invalicabile ostacolo.


Chi sono i numeri primi? Credo che ognuno di noi sia un numero primo e solo quando decide di unirsi a un altro numero primo smette di esserlo. Molte volte però questa unione finisce per non essere così rosea come ci si era aspettati o come si era prospettata nei primi momenti. E allora si pensa che forse era meglio rimanere da soli, rimanere un numero primo, magari come uno di quei numeri di cui nessuno conosce l'esistenza o che tutti fanno finta di ignorare, perché in alcuni casi potrebbe rivelarsi uno di quegli elementi scomodi che ci costringono a riflettere, magari a fare i conti con noi stessi.
Spetta solo a noi decidere se essere dei numeri primi e rimanere tali, quindi senza "contaminarci" con un altro numero primo, oppure unirci, mettere a nudo la nostra anima e le nostre debolezze fondendoci con qualcun altro, ma non per forza dovendo rinunciare alle nostre peculiarità. Condividere qualcosa con qualcuno non deve significare togliere qualcosa di nostro o rinunciare a essere noi stessi.

I protagonisti del libro hanno avuto paura di unirsi e di contaminarsi, hanno preferito rimanere ognuno nella propria solitudine, hanno avuto paura di dirsi ciò che provavano. Penso che questo sia sbagliato: non bisogna aver paura di esternare i propri sentimenti, le proprie emozioni, i propri pensieri. È vero a volte tutto questo può renderci deboli o vulnerabili, ma è meglio vivere isolati facendo finta che le nostre emozioni non esistano?


Bibliografia


·    ·       ALESSANDRO BERTANTE, Giordano,un debuttante testa a testa con Camilleri, "La Repubblica, 13 marzo 2008.

·       ·       FRANCO MARCOALDI, anime sole comenumeri primi, "La Repubblica", 16 febbraio 2008.


·      ·       ALESSANDRA PAOLINI, Lo Stregadegli studenti ai 'Numeri' di Giordano, "La Repubblica", 14 giugno 2008.

       ·       GRAZIA VERASANI, Uomini soli e il rifugio nei numeri, "La Repubblica", 11 marzo 2008. 

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