VENUTO AL MONDO di Margaret Mazzantini
Una mattina Gemma lascia a terra la sua
vita ordinaria e sale su un aereo, trascinandosi dietro un figlio, Pietro, un
ragazzo di sedici anni. Destinazione Sarajevo, città-confine tra Occidente e
Oriente, ferita da un passato ancora vicino. Ad attenderla all’aeroporto,
Gojko, poeta bosniaco, amico fratello, amore mancato, che ai tempi festosi
delle Olimpiadi invernali del 1984 traghettò Gemma verso l’amore della sua
vita, Diego, il fotografo di pozzanghere.

Dopo Non ti muovere, con una scrittura che è cifra inconfondibile di identità letteraria, Margaret Mazzantini ci regala un grande affresco di tenebra e luce, un romanzo-mondo, opera trascinante e di forte impegno etico, spiazzante come un thriller, emblematica come una parabola. Una catarsi che dimostra come attraverso tutto il male della Storia possa erompere lo stupore smagato, sereno, di un nuovo principio. Una specie di avvento che ha il volto mobile, le membra lunghe e ancora sgraziate, l’ombrosità e gli slanci di un figlio di oggi chiamato Pietro.(dal sito ufficiale di Margaret Mazzantini).
Adoro
i libri di Margaret Mazzantini, mi coinvolgono e mi travolgono, trascinandomi
al loro interno.
Margaret
Mazzantini ha una capacità di scrittura sorprendente, ha la capacità di farti
diventare parte del suo racconto: per me è stato cosi ogni volta che ho letto
un suo libro.
È
successo anche per "Venuto al mondo". Ricordo il giorno che l'ho
comprato. Era un po' prima delle vacanze estive, ero passata in libreria per
cercare qualcosa da leggere durante l'estate. Mi sono trovata davanti a questo
libro quasi per caso, alla fine del mio giro. Ne avevo sentito parlare, ma a
primo acchito ero indecisa se comprarlo: poteva sembrare un "mattone"
poco adatto a una lettura estiva, ma sarebbe bastato poco a farmi cambiare
idea.
L'ho
letto in pochissimo tempo, anzi, direi che l'ho divorato. Dovevo sapere cosa
sarebbe successo, come sarebbe andata a finire. A un certo punto mi sentivo
dentro al racconto e, in certi momenti, avevo l'istinto di urlare alla
protagonista cosa avrebbe dovuto fare.
Nei
romanzi di Margaret Mazzantini arrivi a sentirti spettatore delle vicende che
stai leggendo: è come se tu fossi lì, se guardassi tutto ciò che sta accadendo.
"Venuto
al mondo" ha una scrittura pulita, scorrevole e mai noiosa. La storia,
come si è capito, è travolgente e dai risvolti improbabili a volte surreali ma
terribilmente veri.
Gemma,
la protagonista, insegue, quasi avidamente, una maternità impossibile,
"costringendo" il marito Diego a seguirla in un'avventura piena di
difficoltà e di sofferenza, finché lui arriva a decidere di mentirle pur di
vedere soddisfatta questa sua voglia-desiderio incolmabile, pur di vederla
felice e pensando di poter ricostruire ciò che tra loro si era spezzato.
Tutto
si svolge con la guerra di Sarajevo come sfondo, quella Sarajevo dove Gemma e
Diego si erano conosciuti e innamorati e che li vedeva, ancora una volta, uniti
per aiutare quella povera gente in difficoltà e dove la voglia di maternità di
Gemma sarebbe stata, finalmente, soddisfatta.
Sono
tanti e diversi i temi che si susseguono in questo romanzo: la maternità, tanto
desiderata e tanto negata; l'amore vero e puro che va ogni costrizione sociale;
la guerra, quella delle armi e quella interiore e contro la natura di Gemma; la
verità, con le sue varie sfaccettature e punti di vista che la portano a
diventare bugia.
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