La strategia di Bosch

Il morto è un mariachi, uno di
quei musicisti messicani che suonano per tradizione alle feste, e quando era
stato ferito non c’era niente nella sua vita che potesse spiegare il tentativo
di ucciderlo, tanto che all’inizio si era pensato a un proiettile vagante. Ma
ora Bosch sa che forse è proprio da lì, da quel proiettile, che deve iniziare
la sua indagine, un’indagine che spalancherà abissi di avidità e corruzione.
Fino a coinvolgere un altro caso
irrisolto, avvenuto vent’anni prima: un incendio che aveva causato la morte di
molti bambini in un asilo non autorizzato. Toccherà a Bosch e a Lucia Soto
trovare i collegamenti tra i due casi e sciogliere i nodi che impediscono di
raggiungere la verità. Lo faranno, spesso a modo loro, o più precisamente alla
maniera di Bosch: aggirando i divieti, sfidando la burocrazia e rischiando
molto sul piano personale.
Man mano che l’indagine procede,
Michael Connelly ci fa capire ancora una volta quello che rende Bosch così
speciale. E una cosa è certa: qualsiasi cosa l’inimitabile Harry sceglierà di
fare in futuro, lo accompagneremo volentieri nel suo viaggio.
L’AUTORE. Michael Connelly. Una
delle più grandi star della narrativa americana, Michael Connelly raggiunge il
primo posto in classifica con ogni suo nuovo romanzo. I lettori italiani lo
hanno accolto con entusiasmo fin dal primo libro pubblicato, Debito di sangue,
da cui è stato tratto un film diretto e interpretato da Clint Eastwood. Poi
hanno imparato a conoscere il detective Harry Bosch, indimenticabile
protagonista di molti suoi thriller, tra cui Il ragno, vincitore nel 2000 del
Premio Bancarella. In anni più recenti, Connelly ha ideato un nuovo
riuscitissimo protagonista, che svolge la sua attività dal sedile posteriore di
una Lincoln, oltre che in tribunale, e che, nella riduzione cinematografica di
The Lincoln Lawyer, ha il volto noto di Matthew McConaughey. Connelly è stato
spesso in Italia, tra le presenze eccellenti di numerosi festival: il
Festivaletteratura a Mantova, il Noir in Festival a Courmayeur, dove gli è
stato conferito il Raymond Chandler Award, e il Festival Internazionale delle
Letterature a Roma.
Di recente programmazione in Italia è la serie televisiva intitolata a Bosch, di cui Connelly ha curato la sceneggiatura.
Di recente programmazione in Italia è la serie televisiva intitolata a Bosch, di cui Connelly ha curato la sceneggiatura.
Bosch sapeva benissimo che i morti erano morti e non soffrivano più per le crudeltà della vita, ma ciò nonostante pensava che a un certo punto si dovesse dire basta. La morte non doveva essere un sollievo dalle sofferenze dell'esistenza?
Dovevi credere di essere
più intelligente, più duro, più coraggioso e più resistente dello sconosciuto
che stavi cercando. E lavorando ai casi irrisolti, dovevi credere la stessa
cosa riguardo ai detective che ti avevano preceduto. In caso contrario, eri finito.
Bosch pensò che forse c'era
ancora speranza per lui. Pensò che poteva ancora trovare ciò che cercava,
qualsiasi cosa fosse, anche se ormai non gli restava più molto tempo.
Non avevo letto mai niente di
Michael Connelly né tantomeno niente che avesse come protagonista Harry Bosch,
pur avendone sentito molto parlare. Devo ammetterlo: ero un po’ scettica, non
sono particolarmente amante di polizieschi, gialli o simili. Ma mi sono dovuta
ricredere capendo e rendendomi conto che "La strategia di Bosch" non è questo o, meglio,
non è solo questo. La trama è avvincente, trascinandoti al suo interno, quasi
con la stessa voglia e tenacia dei protagonisti di voler scoprire come andrà a
finire. Di sapere quali saranno i risvolti delle storie che, apparentemente,
sembrano isolate ma che ben presto verranno legate da una serie di fili comuni.
Bosch sembra un personaggio
staccato da tutto il resto in determinati punti, quasi se tutto ciò che gli
stesse attorno non lo riguardasse, ma basta sapere cogliere i piccoli
riferimenti, le sfumature per capire che non è così, che lui è ben piantato nel
mondo in cui vive. I riferimenti alla sua vita privata, al suo passato
permettono di andare oltre quella sua corazza da uomo duro, da poliziotto che
pensa solo al suo lavoro e il cui unico obiettivo è quello di risolvere i casi
che gli vengono assegnati.
Anche con la sua partner, l’agente
Soto, all’inizio sembra freddo e distaccato, quasi come se la sua presenza gli
desse fastidio. Ma ben presto emergerà quasi una voglia e una necessità di
protezione verso la giovane poliziotta che gli è stata affiancata.
Sì mi è piaciuto molto (se finora
non si fosse capito!) nonostante la riluttanza iniziale. Avevo iniziato a
leggerlo solo per curiosità, giusto perché “tutti ne parlano, vediamo com’è” ma
credo che ora ho capito perché tutti ne parlino, perché i romanzi di Connelly
siano sempre al primo posto delle classifiche e perché anche questo sarà
destinato a diventare un romanzo di successo.
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