Baires


Chiara Rapaccini, Baires, Fazi Editore, 2016, pp. 238, € 18,00.


«Baires è un romanzo autobiografico, un noir, un libro di avventura, e perché no, un mistery. Non ultimo, è una storia per bambini». Così l’autrice descrive questo suo libro originalissimo e pieno d’atmosfera che narra la perdita di sé e le conseguenti disavventure di una donna ritratta in un momento di crisi. Sensuale, ipnotico, scritto con una lingua ironica e strabordante di immagini che richiamano atmosfere tipiche del realismo magico, il racconto si dipana tra Buenos Aires, la provincia argentina e Roma. La protagonista, alter ego della scrittrice, è Frida, una donna di mezza età, stilista e disegnatrice per bambini che, annientata dal lutto per la perdita del marito, fugge dalla sua città verso un territorio misterioso e contraddittorio: l’Argentina. Viaggiando, la donna si spoglia poco a poco di strati sovrapposti, convenzioni, certezze, narcisismi e sicurezze che, come bucce di cipolla, l’hanno avvolta per almeno metà della sua esistenza. Elegante, sicura di sé, ancora bella, a causa e grazie al dolore per la perdita del compagno, un geniale uomo di cinema che l’ha resa dipendente e insicura, recupera a poco a poco il nocciolo duro della propria anima prendendo dolorosamente coscienza di sé così come dell’inevitabile passare del tempo. Perdendosi nelle strade affollate e bollenti di Buenos Aires, attraversando lande desolate tra i fiumi Uruguay e Paranà, incontrando la magia grazie alle mani di una sciamanna, in un incontro a metà tra sogno e veglia, Frida finalmente ritroverà se stessa attingendo forza, tra le altre cose, dalla propria creatività artistica.



Chi è Frida, la protagonista di questo romanzo?
Frida è una donna che si trova a dover fare i conti con i propri fantasmi, alla ricerca di una serenità che, lei per prima, sa di dover trovare dentro di sé.

In alcuni punti può sembrare una storia surreale, ma solo finché non si prosegue nella lettura, finché il surreale non si trasforma in reale portando via con sé i fantasmi e le angosce che affliggono Frida.

Un racconto che a volte diventa soliloquio o monologo interiore, alternandosi alle descrizioni precise e definite dei luoghi o ai dialoghi che mostrano la personalità, forse per troppo tempo tenuta nascosta, della protagonista.

Alla fine del suo viaggio, reale e interiore, Frida troverà finalmente la sua strada, quella della creatività, sempre esistita dentro di lei.

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