Letteratura e tecnologia digitale


Manfred Spitzer, Solitudine digitale, Corbaccio, 2016, pp. 432, € 19,90.

La digitalizzazione della nostra vita quotidiana progredisce a ritmi vertiginosi e non sempre questo costituisce un vantaggio. Se per rispondere a qualunque domanda ormai attingiamo al nostro smartphone, indifferenti che le nostre tracce siano registrate, memorizzate e analizzate nelle banche dati per poi essere interpretate, vendute e usate indebitamente, vuol dire che non riusciamo più a fare a meno delle tecnologie digitali, che ne siamo dipendenti. Sono però note a tutti le patologie «cibernetiche» e le conseguenze sulla salute nostra e dei nostri figli dovute all’uso sempre più intensivo di computer, social e giochi elettronici. Non si tratta di ostilità nei confronti della tecnologia, ma di veri e propri effetti collaterali indesiderati come stress, perdita di empatia, depressione, disturbi del sonno e dell’attenzione, incapacità di concentrarsi e di riflettere, mancanza di autocontrollo e di forza di volontà. I bambini, in particolare quelli che non sanno ancora leggere e scrivere, sono danneggiati nelle loro capacità sensoriali, e bullismo e criminalità informatica completano il quadro di una situazione che ci sta sempre più sfuggendo di mano. L’appello che Manfred Spitzer lancia in questo libro è di reagire per non lasciare che le nostre vite siano dominate dalle lobby del settore che ogni giorno ci bombardano con messaggi su quanto siano importanti e utili i media digitali, su come rendano intelligenti i giochi al computer, sul fatto che pc e connessioni Internet devono essere a disposizione di ogni studente, che le scuole devono essere dotate di wireless e che le tecnologie informatiche ci garantiranno un futuro perfetto. Lasciamo ai nostri figli un pianeta devastato, facciamo in modo che non siano le leggi del mercato a dominare completamente le loro vite, occupiamoci della loro istruzione e della loro salute sviluppando le loro capacità critiche, la loro autonomia di giudizio e l’amore per la libertà da cui nascono il rispetto di se stessi e degli altri, colonne portanti di una sana società civile.




Simonetta Tassinari, La sorella di Schopenhauer era una escort, Corbaccio, 2016, pp. 144, € 10,00.

Questo libro contiene un repertorio di esilaranti errori di geografia, storia e filosofia pescati dalla quotidianità, e analizza le principali strategie messe in atto dagli studenti per far credere al professore che si sa quel che, invece, si ignora. La sua particolarità sta nel fatto che è aggiornato all’ultima ora, sia nel caso degli errori (alcuni dei quali impensabili se non ai nostri giorni) che degli stratagemmi usati per superare l’anno scolastico senza affaticare i neuroni. Ai mezzi tradizionali si sono infatti aggiunti i nuovi inganna-prof: gli smartphone, che permettono di accedere a Wikipedia, la fonte preferita dei ragazzi, o a siti fatti apposta per loro. Ma «La sorella di Schopenhauer era una escort» è anche il ritratto affettuoso e divertente della generazione smartphone-munita, che cerca affannosamente di cavarsela a scuola in una specie di lotta per la sopravvivenza non dissimile da quella del manager che tenta di imporsi, nell’eterno antagonismo tra chi giudica e chi dev’essere giudicato. Limitandosi semplicemente ai risultati si direbbe che le nuove tecniche abbiano più che altro moltiplicato le possibilità di sbagliare, e che non si sia mai sbagliato (nei nomi, nei fatti, nei concetti, nell’ortografia) così tanto come adesso. Eppure siamo davvero sicuri che gli alunni attuali siano peggiori di quelli che li hanno preceduti? Chi non ha mai detto almeno una volta ai suoi figli, “quando andavo a scuola, io…”? Invece, gli alunni di ogni epoca si somigliano.





Bruce Benarman, Fisica semplice per menti curiose, Corbaccio, 2016, pp. 360, € 19,90.

Cos’è l’energia statica? Cos’è la «quinta essenza»? Cos’ha di così generale la teoria della «relatività generale»? Il tempo è un’illusione? La luce è composta da onde o da particelle? Noi tutti sappiamo che le risposte a queste domande hanno a che fare con la nostra vita, ma siamo anche convinti che siano terribilmente complicate e al di fuori della nostra capacità di comprensione. Abbiamo torto. E Fisica semplice per menti curiose ce lo dimostra.


«La divulgazione scientifica è essenziale non per renderci tutti degli scienziati, ma per farci capire meglio il mondo in cui viviamo. Quanto avrete terminato la lettura di Fisica semplice per menti curiose probabilmente non riuscirete a calcolare con precisione (o anche senza precisione) il moto dei pianeti intorno al Sole, ma in compenso avrete capito in che modo i pianeti ruotano intorno al Sole. Ed è già un bel risultato! In sostanza questo libro è indirizzato a quanti vogliono sapere perché Einstein è un genio e cos’è la relatività, ristretta o generale; a quanti vogliono comprendere l’importanza dell’errore nella ricerca scientifica e discernere la bellezza della tavola degli elementi; a quanti vogliono anche capire perché si spengono le luci in cabina un quarto d’ora prima di un atterraggio notturno. E tutto questo senza possedere particolari conoscenze matematiche. Una proposta allettante non trovate? Basta prendersi un po’ di tempo per pensare…»


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