Enzo Ferrari. Un eroe italiano


Leo Turrini, Enzo Ferrari. Un eroe italiano, Longanesi, 2017, pp. 342, € 18,60.



Uscito nel 2002 e riproposto ora in un’edizione riveduta e ampiamente arricchita, il saggio di Leo Turrini ripercorre la vita di Enzo Ferrari, l’uomo che con le sue automobili ha creato un vero e proprio mito, un protagonista assoluto di quella stagione irripetibile che ha segnato il passaggio dell’Italia da paese contadino a potenza industriale. Sulla leggenda del «cavallino rampante» c’è molto da raccontare e ancora tanto da scoprire. I trionfi e le sconfitte, i drammi, la politica e soprattutto gli amori: Leo Turrini ricostruisce l’avventura pubblica e privata di un uomo che ha segnato un’epoca, svelandone i sogni e i tormenti: le speranze della giovinezza, la tragedia di un figlio perso troppo presto, il segreto di un erede amatissimo, il difficile rapporto con la fede, le polemiche con il Vaticano, fino all’ultimo amore. Ma anche gli incontri con le star dello spettacolo, i rapporti con i leggendari campioni, da Nuvolari a Niki Lauda, e le relazioni privilegiate con personaggi che hanno fatto la storia d’Italia, da Mussolini a Togliatti, da Pertini a Gianni Agnelli.







Riscoprire la figura di Enzo Ferrari significa anche recuperare una certa idea dell’Italia. Una Italia nella quale ancora era possibile trasformare il sogno in realtà, l’intuizione in capolavoro geniale, la fatica quotidiana in esaltazione della laboriosità.

Sì, per una curiosa contraddizione in termini Enzo Ferrari, padre di un marchio che la modernità del nuovo millennio colloca tra i brand più celebri e celebrati del pianeta, sì, Enzo Ferrari fu un uomo dell’Ottocento chiamato a traghettare le sue passioni verso le sponde di un futuro che nemmeno avrebbe osato immaginare.


Ci voleva molto coraggio, nel 1947, per scommettere sull’automobile non già come mero strumento per la locomozione di massa, bensì come oggetto di lusso destinato a rivelarsi opera d’arte.

 
Ferrari non amava il prossimo e non nascondeva la sfiducia nei confronti del genere umano. Per questa diffidenza è stato, in tanti articoli di giornale e in tante commemorazioni, presentato come un individuo arido, egoista, disposto a sacrificare qualunque relazione pur di conquistare il successo. Qualcosa di vero, in una interpretazione del soggetto tanto drastica, onestamente c’era: ma a una analisi meno prigioniera delle cronache non sfugge l’unicità del Campionissimo.


Enzo Ferrari può essere paragonato a Steve Jobs.


Quando ci si metteva, Enzo era irresistibile. E non solo con le donne. Talvolta i suoi non erano discorsi, ma comizi. Le sue non erano conversazioni, ma monologhi ispiratissimi.

 
Era un trascinatore. Gli fosse piaciuto lo studio del diritto, sarebbe sicuramente diventato un principe del foro. Ma le sue arringhe le dedicava all’automobile, alla cultura delle corse, al fascino della competizione intesa come indice del progresso umano e tecnologico.


Un personaggio che si chiamava fuori, rifiutava gli schemi preconcetti e le imposizioni dall’alto.


Enzo Ferrari era, sia pure involontariamente, la causa del dolore più intimo.


Nella sua testa una donna non avrebbe mai potuto comandare all’interno di una Scuderia, in una fabbrica.





Mi piacciono le biografie, soprattutto quelle che raccontano le vite e le vicende di personaggi eccezionali, straordinari. E credo che Enzo Ferrari sia uno di questi. Indipendentemente dalla passione o dall'interesse per l'automobilismo o le corse di Formula, la Ferrari è un simbolo italiano, qualcosa che ci contraddistingue e che ci rende famosi in tutto il mondo grazie al lavoro, alla tenacia, alla determinazione, alla testardaggine e alle grandi intuizioni di un uomo come Enzo Ferrari.
In questo libro, Leo Turrini racconta la vicenda umana e imprenditoriale di Ferrari anche attraverso aneddoti che aiutano a capire il carattere dell'uomo di Maranello, la sua passione e dedizione per le automobili, il suo bisogno di occuparsi e di supervisionare ogni fase della progettazione e della costruzione.
Sicuramente un uomo e un imprenditore di altri tempi, che si circondava solo di uomini disposti a dedicargli tutto il loro tempo.
Nel racconto della vita ufficiale, Ferrari appare come un uomo dedito solo alle sue automobili, quasi privo di emozioni, freddo e razione, una visione che, però, viene totalmente capovolta nel racconto del Ferrari privato.



Alcuni riferimenti:



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