La carezza del ragno


Paola Rocco, La carezza del ragno, Il Ciliegio, 2017, pp. 268, € 16,00.


La carezza del ragno è un giallo che prende le mosse da una misteriosa morte avvenuta a Roma alle 4.45 del 12 settembre 1956, quando la ventenne principessa Francesca Bentivoglio (erede di una nobile famiglia ora però caduta in disgrazia) precipita dall’abbaino di un palazzo. Il commissario Giovanni Leoncavallo e il suo vice Riccardo Lobello indagheranno su questa tragica vicenda. Inizia così una serie di interrogatori a personaggi a volte strampalati e pittoreschi, come l’astrologa Mafalda Panzironi, presso la quale Francesca si confidava; il vecchio Augusto, il testimone che farnetica di angeli e di santi; la bella Circe, proprietaria dell'osteria La Bella di Roma dove il commissario si ferma spesso a mangiare un boccone; Mercurio Orefici, il portinaio poeta, appassionato dell'Orlando furioso e della citazione ad personam; e altri ancora. Grazie a questi interrogatori, alla fine il commissario scopre l’esistenza di una relazione clandestina tra il caporedattore della Fenice Libri, Andrea Dominici – che pure sta per sposarsi con Livia De Robertis, la figlia dell’editore – e la giovane principessa. Gli indizi sembrerebbero puntare su di lui, ma il commissario seguirà anche altre piste, fino ad arrivare al doppio colpo di scena finale.





Al commissario [...] Mercurio Orefici, "portinaio professionista" e all'occorrenza segretario, uomo di fatica, infermiere e custode per tutti quanti i suoi scalcinati condomini, aveva fatto venire in mente una sorta di grosso ragno.


L'istinto del poliziotto, gli sovvenne d'aver letto da qualche parte, non di rado è l'istinto della carogna pura.



La carezza del ragno potrebbe sembrare, per molti versi, un thriller o un giallo come tanti, forse lo è ma di sicuro il racconto tiene incollati fino alla fine, fino alla scoperta dell'assassino.
La trama è ben costruita e non lascia trapelare molti indizi per arrivare all'autore dei diversi omicidi.
Il commissario Leoncavallo, negli ultimi capitoli, snocciola lo svolgimento dell'intera vicenda davanti all'assassino in base alla sua ricostruzione, anche con alcuni punti non ben chiari.
Nonostante ciò la mia impressione e la mia valutazione su questo libro è assolutamente positiva, ben scritto, ben costruito, ben articolato.
In conclusione vorrei fare una piccola considerazione sul linguaggio utilizzato. In molti punti sono presenti delle citazioni letterarie (quasi sempre a opera del portiere Mercurio) e un linguaggio aulico che spesso contrasta con i dialoghi in dialetto romano, ma anche questo contribuisce a delineare meglio i personaggi e a collocarli in ambienti ben precisi.


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