La figlia femmina


Anna Giurickovic Dato, La figlia femmina, Fazi Editore, 2017, pp. 192, € 10,00.



Sensuale come una versione moderna di Lolita, ambiguo come un romanzo di Moravia, La figlia femmina è il duro e sorprendente esordio di Anna Giurickovic Dato.
Ambientato tra
Rabat e Roma, il libro racconta una perturbante storia familiare, in cui il rapporto tra Giorgio e sua figlia Maria nasconde un segreto inconfessabile. A narrare tutto in prima persona è però la moglie e madre Silvia, innamorata di Giorgio e incapace di riconoscere la malattia di cui l’uomo soffre. Mentre osserviamo Maria non prendere sonno la notte, rinunciare alla scuola e alle amicizie, rivoltarsi continuamente contro la madre, crescere dentro un’atmosfera di dolore e sospetto, scopriamo man mano la sottile trama psicologica della vicenda e comprendiamo la colpevole incapacità degli adulti di difendere le fragilità e le debolezze dei propri figli. Quando, dopo la morte misteriosa di Giorgio, madre e figlia si trasferiscono a Roma, Silvia si innamora di un altro uomo, Antonio. Il pranzo organizzato dalla donna per far conoscere il nuovo compagno a sua figlia risveglierà antichi drammi. Maria è davvero innocente, è veramente la vittima del rapporto con suo padre? Allora perché prova a sedurre per tutto il pomeriggio Antonio sotto gli occhi annichiliti della madre? E la stessa Silvia era davvero ignara di quello che Giorgio imponeva a sua figlia?La figlia femmina mette in discussione ogni nostra certezza: le vittime sono al contempo carnefici, gli innocenti sono pure colpevoli. È un romanzo forte, che tiene il lettore incollato alla pagina, proprio in virtù di quell’abilità psicologica che ci rivela un’autrice tanto giovane quanto perfettamente consapevole del suo talento letterario.




La durezza, la minuziosa osservanza delle regole, erano la gabbia che si era costruita per fermare il mostro.



[...] l'amore immenso che mi rendeva cieca, la pigrizia di una mente felice e il mio totale abbandono allontanarono dai miei occhi quello che oggi mi torna in mente sotto forma di ricordo in maniera chiara e limpida, e mi porta a pensare che avrei potuto salvare mia figlia.



La figlia femmina è, per molti versi, un racconto inusuale perché non è facile scrivere e raccontare di violenza, soprattutto quando riguarda i bambini e i rapporti familiari. Anna Giurickovic Dato lo fa con delicatezza e sensibilità descrivendo con maestria le dinamiche che si creano in una famiglia in cui accade l'indicibile e soprattutto lo fa attraverso gli occhi e le parole della mamma della bambina abusata, una mamma accecata dall'amore, incapace di capire e anche di credere, nonostante l'evidenza, alle parole della figlia.
Una storia attuale, forse troppo, perché di questi crimini non si dovrebbe mai sentire parlare, perché non dovrebbero accadere, perché i bambini, e non solo, non dovrebbero mai essere vittime di violenza o di abusi.
Purtroppo tutto questo accade e anche molto di frequente nel nostro mondo malato e che sembra perdere i suoi valori e punti cardini.
Questo libro può essere l'occasione per fermarci un attimo a riflettere e capire ancora una volta che le apparenze possono nascondere molti lati oscuri e soprattutto ci ammonisce a essere più attenti a quanto dicono e raccontano i nostri figli, a essere più ricettivi alle loro piccole e a volte quasi impercettibili richieste di aiuto.



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