L'occhio del pescespada


Arthur Brügger, L'occhio del pescespada, Longanesi, 2017, pp. 280, € 16,00.





Cresciuto
in un orfanotrofio, a ventiquattro anni Charlie vive solo ed è apprendista al banco del pesce di un supermercato. Le sue giornate sembrano tutte uguali: taglio, eviscerazione, imballaggio e altre sapienti manipolazioni della merce; pulizia meticolosa dei tavoli da lavoro, caffè e sigaretta durante le pause; e infine la sfilata dei clienti, gli sconosciuti e gli habitué, gli scontrosi e gli affabili. Ma Charlie non vuole più riconoscersi nell’immagine del ragazzo semplice e anonimo che gli restituiscono i suoi superiori e i clienti. Per questo l’incontro con il collega Émile, grande idealista ed ex studente di filosofia, diventa decisivo. Perché Émile gli passa alcuni libri a cui Charlie si appassiona moltissimo, come Il vecchio e il mare. E perché insieme, come due bizzarri Don Chisciotte, escogitano un piano per salvare dal macero la merce invenduta e distribuirla così a chi ne ha davvero bisogno. Ma qualcosa va storto… Un romanzo d’esordio che ha la precisione infallibile della storia vera e la semplicità a tratti poetica di una favola.

                 



Una storia semplice ma assolutamente vera, raccontata attraverso gli occhi di un giovane ragazzo con l'innocenza di un bambino, privo di malizia e a volte, forse, anche troppo ingenuo.
Il racconto è un monologo interiore, Charlie racconta in prima persona e dal suo punto di vista.
Questo libro, nella sua semplicità, trasmette dei messaggi importanti riguardanti lo spreco di cui tutti diventiamo complici e artefici ogni giorno e quello della gentilezza e della semplicità: troppo spesso diventiamo vittime del nostro egoismo e della nostra arroganza, mentre dovremmo imparare a essere più gentili e altruisti.

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