La terra si muove

Roberto Livi, La terra si muove, Marcos y Marcos, 2017, pp. 224, € 16,00.


Lui non invidia i miliardari o le genti belle di successo, lui invidia l’uomo che riesce a dormire sempre. Il talento del dormitore lui non l’ha mai avuto, ed è tutta colpa delle emozioni forti. La casa che il padre gli ha lasciato scivola lentissimamente sopra una frana; le crepe si allargano un decimo di millimetro al giorno e la madre ottantenne non vuol saperne di muoversi di lì. È costretto a urlare, a minacciarla di mandarla al ricovero, per convincerla a trasferirsi con lui in città. Non vorrebbe mai farlo, soprattutto la storia del ricovero. Sa bene di non avere i soldi per pagare la retta. Certe sere, per calmarsi, prova a leggere un libro, ascoltare Schumann o aprire il frigorifero. Se è davvero troppo giù, l’unica è uscire. A Pesaro dopo cena di aperto c’è solo la sala scommesse; e dopo aver perso mezzo stipendio non gli resta che salire in macchina e andarsene in Romagna a bere birra. Nel locale una bionda gli sorride e gli si siede accanto. Ha un nome difficile da pronunciare, e una bellezza che piace a tutti; la invita a cena, le regala un vestito che addosso a lei vale tutti i soldi che costa. Accanto a lei, il senso della vista ha la meglio su tutti gli altri e lui non prova più nessun dolore. Dicono la droga fa male, ma il problema è che qui tutto è una droga. Dopo dieci chilometri di separazione, sente già nello stomaco una mancanza spaventosa. Non gli viene su il respiro e questo vuol dire che è caduto nella dipendenza da una donna. Son le cose necessarie quelle che fanno più male. Anche il sole, anche il vino, anche le donne. Storia molto tenera e molto comica di un uomo di oggi a cui manca la terra sotto i piedi.



E la cosa più strana era che quella musica, anche senza parole, diceva tutto. Diceva tutta la bellezza di un volto che non riuscivo a ricordare, diceva tutta la mia rabbia. Diceva perfino di un impulso terribile e violento, ma per fortuna era fatto di una violenza che non faceva male a nessuno.

[...] passare il tempo a non far niente è peggio che lavorare.

Guarda che delle volte la vita è una cosa incredibile. Tutti dicono che la vita è un caso, sembra che non ci sia niente di niente, io dico che qualcosa c'è.

Fra le virtù umane, la sincerità è quella che più di tutte ci rende somiglianti al Dio creatore, sempre ammesso che esista.



La terra si muove è un libro che racconta la vita semplice e normale di un uomo semplice e normale che si trova quasi a essere intrappolato nella normalità e forse anche nella banalità della quotidianità.
Mentre leggevo questo libro ho avuto l'impressione di trovarmi davanti a una persona che dentro di sé aveva la voglia e quasi la necessità di cambiare e migliorare la sua vita e la sua quotidianità ma che non avesse abbastanza forza, voglia e determinazione per farlo.
Sicuramente è anche vero che molto spesso le situazioni della vita ci imprigionano in alcune condizioni che non dipendono totalmente da noi, ma spesso nascondersi dietro le difficoltà o i problemi diventa un alibi per non dare al nostro vissuto una svolta e un cambiamento.
Credo che il protagonista si crogioli troppo nella sua condizione quotidiana, incapace di fare quel passo in più che potrebbe cambiare la sua vita, ed è proprio per questo motivo che il libro viene attraversato da una nota di tristezza e infelicità dall'inizio alla fine.
Il fil rouge che si snoda lungo tutto il racconto è quello della casa dove il protagonista ha vissuto con i suoi genitori che ora è diventata inagibile a causa di una serie di crepe che si sono palesate a causa del movimento della terra poco stabile su cui la casa è stata costruita. Questo episodio diventa l'input per raccontare una serie di episodi, passati e presenti, della vita del protagonista.

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