Adesso


Chiara Gamberale, Adesso, Edizione Universale Economica Feltrinelli, 2017, pp. 216. (Prima edizione 2016)



È molto più che un romanzo d’amore, questo: è un romanzo sorprendente sull’amore. Che è una disdetta, una benedizione, un inganno. Ma è l’unica possibilità che abbiamo di orientarci fra paura e desiderio.
Esiste un momento nella vita di ognuno di noi dopo il quale niente sarà più come prima: quel momento è adesso.
Arriva quando ci innamoriamo, come si innamorano Lidia e Pietro. Sempre in cerca di emozioni forti lei, introverso e prigioniero del passato lui: si incontrano. Rinunciando a ogni certezza, si fermano, anche se affidarsi alla vita ha già tradito entrambi, ma chissà, forse proprio per questo, finalmente, adesso… E allora Lidia che ne farà della sua ansia di fuga? E di Lorenzo, il suo “amoreterno”, a cui la lega ancora qualcosa di ostinato? Pietro come potrà accedere allo stupore, se non affronterà un trauma che, anno dopo anno, si è abituato a dimenticare?
Chiara Gamberale stavolta raccoglie la scommessa più alta: raccontare l’innamoramento dall’interno. Cercare parole per l’attrazione, per il sesso, per la battaglia continua tra le nostre ferite e le nostre speranze, fino a interrogarsi sul mistero a cui tutto questo ci chiama. Grazie a una voce a tratti sognante  e a tratti chirurgica, ci troviamo a tu per tu con gli slanci, le resistenze, gli errori di Lidia e Pietro e con i nostri, per poi calarci in quel punto “sotto le costole, all’altezza della pancia” dove è possibile accada quello a cui tutti aspiriamo ma che tutti spaventa: cambiare. Mentre attorno ai due protagonisti una giostra di personaggi tragicomici mette in scena l’affanno di chi invece, anziché fermarsi, continua a rincorrere gli altri per fuggire da se stesso…



E a te, nel silenzio che sale assieme a certe notti, sembra di avere un rumore di mobili che si spostano al posto del battito del cuore.
Ti sembra di non essere in fuga, di non essere alla ricerca: di essere semplicemente alla deriva.
In mezzo al mare agitato dalla tempesta dei tuoi alibi e delle tue nostalgie che costeggia quella vita così vera, così spietata.


È successo di nuovo, era un po' che non succedeva, ma ora è successo: sono entrata dentro al libro, ho vissuto con i protagonisti, mi sono immedesimata con loro, ho provato i loro stessi sentimenti e li ho confrontati con i miei. Mi sono chiesta cosa avrei fatto io al loro posto o come mi sono comportata in situazioni simili.
Credo che quando accade questo, quando un libro "si vive" sulla propria pelle vuol dire che quello è un buon libro. 
Forse ciò non mi permetterà di essere totalmente imparziale, ma penso che il compito di un buon libro sia soprattutto questo: trasmettere emozioni e farcele sentire come se le stessimo provando vivendo insieme ai protagonisti.
Adesso è un libro che "parla" al lettore anche attraverso la sua struttura: i diversi font o l'uso alternato di corsivo, minuscolo, maiuscolo e caratteri cubitali.
La scrittura, la battitura del testo, diventa paratesto, un sottotesto atto a dirci qualcosa, che diventa esso stesso personaggio del racconto, facendo diventare la narrazione quasi una sceneggiatura.
Chiara Gamberale riesce a creare il giusto mix di suspense e aspettative che spingono il lettore a continuare a leggere per sapere cosa succederà ma che, allo stesso tempo, rimarrà spiazzato da ciò che succederà subito dopo.
Il tema principale è sicuramente quello dell'amore misto a questo della sofferenza che troppo spesso ci rende incapaci di dare ascolto ai nostri sentimenti e alle nostre emozioni, scegliendo magari di reprimerli piuttosto che esternarli. La paura di rivivere dolori passati ci priva del piacere di provare gioie presenti.
Ma il dolore "[...] ci serve per andare avanti".
Il dolore ci fortifica, ci fa conoscere dei limiti e delle potenzialità che non sapevamo di avere. Potrà risultare impopolare, ma anche il dolore, in certi momenti o situazioni, può fare bene, soprattutto se ci insegna a vivere ogni istante e ogni avvenimento nel momento stesso in cui sta accadendo.

[...] perché adesso sia adesso, tutto quello di cui hai bisogno deve togliersi di mezzo. 
Fare spazio.
Giusto il tempo di un soffio, di un sì, il tempo perché il tempo, quel bambino sfacciato che è il tempo, si faccia tulipano, si faccia minerale, si faccia altro.
E permetta a un momento di diventare periodo: ma un periodo a forma di momento.

Perché il tempo può essere, contemporaneamente, il nostro miglior alleato ma anche il nostro peggior nemico: sta solo a noi decidere cosa farlo essere.



Parlano di questo libro:





Commenti