L'amante giapponese

Isabel Allende, L'amante giapponese, Feltrinelli, 2015, pp. 288.




Alma Belasco, affascinante pluriottantenne, colta e facoltosa, decide di trascorrere gli ultimi anni della sua vita a Lark house, una residenza per anziani nei pressi di San Francisco. In questa struttura, popolata da affascinanti e bizzarri anziani di diversa estrazione sociale, stringe amicizia con Irina, giovane infermiera moldava, di cui presto si innamorerà il nipote Seth Belasco. Ed è ai due giovani che Alma inizierà a raccontare la sua vita, in particolare la sua grande storia d'amore clandestina, quella con il giapponese Ichi, figlio del giardiniere dell'aristocratica dimora in cui ha vissuto, nonché compagno di giochi sin dalla più tenera infanzia. Sullo sfondo di un paese attraversato dalla seconda guerra mondiale, con le taglienti immagini di una storia minore - quella dei giapponesi deportati nei campi di concentramento -, si snoda un amore fatto di tempi sbagliati, orgoglio malcelato e ferite da curare, ma al tempo stesso indistruttibile, che trascende ogni difficoltà e vive in eterno nel cuore e nei ricordi degli amanti.




I romanzi di Isabel Allende mi piacciono perché sanno miscelare il racconto "fantasioso" alla realtà storica.
Ne L'amante giapponese lo sfondo storico è quello della deportazione giapponese in America dopo l'attacco di Pearl Harbor. Devo ammettere che non ero a conoscenza di questa vicenda accaduta durante la Seconda Guerra Mondiale, forse perché un po' tutti siamo troppo abituati a vedere gli Americani solo come salvatori e non come persecutori, fatto sta che questa è una realtà veramente esistita. C'è da dire che i campi di concentramento in cui furono relegati i Giapponesi in America non hanno nulla a che vedere con i campi di concentramento di cui siamo abituati a sentire parlare (Auschwitz, Birkenau, Treblinka). Ai Giapponesi non vennero fatte vessazioni fisiche e tutti coloro che furono internati tornarono alla libertà dopo la fine della guerra.
Tornando al libro, è una storia che mescola passato e presente nello sforzo di tenere in vita la memoria, per non perderla, di una grande storia d'amore durata tutta una vita.
La lettura è scorrevole e piacevole e, dopo un inizio forse un po' lento, la narrazione si fa appassionante stimolando la voglia di sapere come va a finire: per me ogni libro che ha questa capacità è un buon libro.



Sulla storia della deportazione giapponese:






Parlano di questo libro: 




Commenti