La sua signora

Leo Longanesi, La sua signora, Longanesi, 2017, pp. 234, € 20,00.





Pubblicato per la prima volta nel 1957, poco dopo la morte di Leo Longanesi, La sua signora «nasce orfano, ma somigliantissimo al padre, di cui riecheggia alla perfezione gli umori e i malumori». È infatti il suo «taccuino», in cui ritroviamo intuizioni, epigrammi, sarcasmi e frammenti di un uomo che «amava appassionatamente tutto ciò che diceva di odiare».
E di malinconico sarcasmo è intriso, in questo libro, il racconto di quell’Italia degli anni Cinquanta in cui conformismo, retorica, inganno e mammismo si davano la mano senza vergogna; un ritratto amaro e disperato, in cui però risalta sempre la capacità dell’autore di «cogliere quel qualcosa che continua a vivere fino a noi, e la fulminante maestria con cui riesce a spiegare in un dettaglio un fatto di portata epocale», come sottolinea Pietrangelo Buttafuoco nella Postfazione.
Dietro il velo del gioco di parole e dello scherno implacabile, quel che alla fine viene prepotentemente alla luce è la straordinaria personalità di Leo Longanesi, mirabilmente sintetizzata da Indro Montanelli nella Prefazione: «Un grande maestro. Insopportabile, cattivo, ingiusto, ingrato. Ma un grande maestro. L’ultimo».


La sua signora è un diario in cui Longanesi annota pensieri e aneddoti spesso con sagace e sottile ironia. Per ogni giorno viene annotato qualcosa da ricordare sottoforma di aforisma, breve scambio di battute o breve aneddoto.
La prefazione è di Indro Montanelli che dice "in La sua signora [...] vi sono raccolti più che i pensieri, le intuizioni di questo bizzarro editore inedito, che non si concedeva abbandoni, che amava appassionatamente tutto ciò che diceva di odiare e traduceva nelle più divertenti bestemmie la più inguaribile malinconia.
[...] Era un uomo triste che sghignazzava per non singhiozzare, e aveva chiara la coscienza del fallimento di tutti i valori che difendeva".



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