Bello, elegante e con la fede al dito

Andrea Vitali, Bello, elegante e con la fede al dito, Garzanti, 2017, pp. 288, € 18,60.




Vista dal treno, la riva orientale del lago di Como è un vero spettacolo: tra una galleria e l’altra appaiono scorci di paesaggio da mozzare il fiato. Ne subisce il fascino Adalberto Casteggi, quarantenne, bello ed elegante oculista con studio a Milano. Si è innamorato del lago andando su e giù in ferrovia per sostituire qualche volta un collega all’ospedale di Bellano. Su quelle sponde ha stabilito ora il suo buen retiro, deliziato anche dalla compagnia di una sua paziente del luogo. Si chiama Rosa Pescegalli. Ha trentasei anni e li porta benissimo. Gestisce una profumeria e ha fatto palpitare parecchi cuori. È bella davvero, ma con gli uomini ha preso un po’ le distanze, dopo una sofferta storia con un fascinoso calciatore del Lecco. Adesso li fa girare come vuole e quando vuole lei, ma niente impegni. Il dottore ne resta imbambolato, e stordito da tanta bellezza dimentica che, come tutte le cose belle, anche questa ha un suo prezzo. Un prezzo che bisognerebbe valutare se è il caso di pagare tutto o no, perché dietro l’oro luccicante del lago, delle montagne e soprattutto dello sguardo magnetico di Rosa (e della sua scollatura), si nascondono vecchi rancori e velenosi desideri di vendetta.

Con Bello, elegante e con la fede al dito, Andrea Vitali ci coinvolge in una storia solo in apparenza tranquilla di metà anni Sessanta. Lo splendore dei luoghi in cui ambienta i suoi romanzi ci rapisce, ma stavolta Vitali vuole metterci in allerta: come una giornata uggiosa di novembre può tingere il paesaggio di un mesto grigiore, anche gli amori più avvincenti possono d’un tratto mostrare il loro lato più pernicioso.




Il romanzo di Andrea Vitali è una piacevole narrazione di fatti, eventi, situazioni normali, quotidiani, che a tutti potrebbe essere capitato di vivere o almeno di conoscere.

A fare la differenza, però, è il modo di narrarle: la cifra narrativa è quella di uno scrittore esperto, onniscente, a cui, qualche volta, nel corso della lettura, il lettore vorrebbe chiedere qualcosa, vorrebbe interpellarlo per avere qualche notizia in più, magari subito, senza aspettare il proseguire del racconto.

L'unico aspetto negativo che ho individuato è stata la narrazione degli antefatti a cui si accenna appena nella prima parte ma che occupano l'intera seconda parte (oltre 100 pagine) distogliendo, a mio parere, l'attenzione sui fatti principali, pur essendo fondamentali per l'intero racconto, e costringendo il lettore a uno sforzo di memoria, o perlomeno a una nuova messa a fuoco dei fatti, quando viene ripresa la narrazione, per così dire, principale.

Per quanto riguarda la narrazione in sé, come già detto, è piacevole e scorrevole; i personaggi sono ben delineati anche se non descritti in modo particolareggiato, ma più che altro caratterizzati da alcuni tratti distintivi del loro carattere o del loro aspetto fisico; i fatti sono narrati con attenzione e spesso con dovizia di particolari. Il finale è un finale aperto che lascia al lettore la possibilità di concluderlo o di immaginarlo a suo piacimento.
Il linguaggio è lineare, chiaro e preciso, elegante nella sua semplicità.

Questi elementi fanno di Bello, elegante e con la fede al dito, una piacevole lettura, scorrevole e mai pesante.


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