La vita è troppo bella per rinunciarci






Scrivo un post che avrei dovuto e voluto scrivere già da un po', ma credo che mi sia mancato il coraggio di farlo.
Ogni giorno mi ripromettevo di scrivere, mi preparavo mentalmente quello che avrei voluto dire, poi puntualmente veniva fuori una scusa qualsiasi per non farlo.
Oggi, però, mi sono decisa e perciò racconterò ciò che avrei voluto raccontare da quando ho aperto questo blog.

Quando ho deciso di creare questo blog l'ho fatto con l'intenzione di avere un posto dove poter raccontare di me, esprimere ciò che ero e che sono, condividere con gli altri i miei pensieri.
Fin da piccola ho sempre fissato ciò che mi passava per la testa sulla carta: scrivevo sempre, riempivo pagine e pagine, raccontavo di qualsiasi cosa. Con il blog volevo fare la stessa cosa ma condividendola con gli altri, non considerando, però, il fatto che io non ero mai stata brava a condividere i miei pensieri, ad aprirmi, a mostrarmi per ciò che ero veramente e soprattutto a mostrare ciò che avevo dentro. Inoltre ho avuto la presunzione di poter fare una cosa del genere in un periodo molto difficile della mia vita, forse il più complicato di tutti o, forse, è solo stato il mio modo di reagire cercando di fare qualcosa di nuovo, di diverso e di inaspettato. Ma di fatto non ci sono riuscita, tranne rarissime occasioni, ho parlato poco di me.
Ho cercato di lanciare qualche messaggio attraverso le recensioni dei libri che leggo e nei quali cerco di trovare sempre qualcosa che mi rispecchi, che dica qualcosa di me: è più semplice far dire agli altri ciò che non abbiamo il coraggio di dire di noi stessi. Eppure sono sempre stata convinta che le storie vadano raccontate, che ogni storia ha dentro di sé qualcosa di straordinario e unico che può essere di aiuto a qualcun'altro.
Questo è stato sempre il mio pensiero anche se credo che la mia storia non sia migliore o peggiore di moltissime altre, anzi, credo che sia una storia come tante.

Forse per troppo tempo mi sono nascosta in un mondo fatto di carta, tra lettura e scrittura, pensando che quella potesse essere la mia dimensione ideale. Ho scritto tanto nel corso degli anni: ogni tanto mi ritrovo tra le mani qualche quaderno o qualche diario, rileggo quelle parole fissate sulla carta e mi chiedo se sono ancora la stessa persona che diceva quelle cose.
Tutti mi hanno sempre vista come una persona forte, capace di affrontare qualsiasi difficoltà e uscirne vittoriosa, ma nessuno ha mai capito che dietro quella apparente forza e determinazione si nascondeva una fragilità non mostrata per paura di essere troppo vulnerabile. Anche se una cosa è certa: ho sempre affrontato le difficoltà che mi si presentavano con il sorriso, perché abbattersi voleva dire aver già perso e io non sono una che ama perdere.
Ho affrontato anni di malattia e sofferenza, cercando qualcosa di buono e positivo anche nella tristezza di un ospedale. Non ho permesso che la malattia influenzasse la mia vita o mi impedisse di seguire i miei sogni. Così ho studiato, mi sono impegnata e dopo il diploma mi sono trasferita in una grande città come Roma dal mio piccolo paese in Calabria.
Ma non è stato per nulla facile, anzi tutt'altro. Trasferendomi ho pensato che avrei potuto lasciarmi alle spalle un passato di sofferenza, creare una nuova vita, modellarla a mio piacimento. Tutto questo nella mia testa. Il passato non si può nascondere o ignorare, il passato fa parte di noi: noi siamo ciò che abbiamo vissuto. Così prima di iniziare la mia vita universitaria ho combattuto una piccola battaglia con il mio passato e soprattutto con me stessa, con quella me stessa che avrei voluto nascondere o perlomeno non mostrare agli altri. Con sofferenza e lacrime ho vinto io. Ho fatto il mio percorso universitario, non senza ostacoli, ma con determinazione. Mi sono laureata e vedere la gioia e la soddisfazione sui volti e negli occhi dei miei genitori mi ha ripagato di qualsiasi dolore e sofferenza e, soprattutto, ha ripagato loro, perché quel traguardo significava che se si crede in ciò che si fa tutto è possibile. Sì, l'ho pensato. Ho pensato e creduto che se solo si vuole si può sconfiggere tutto. Forse.
Qualche anno dopo, quando io e la mia famiglia pensavamo che dei momenti di tranquillità si potevano davvero vivere, è arrivata la bastonata più forte, quella che ti stende a terra e dalla quale non è per niente facile rialzarsi: mia mamma si è ammalata e nel giro di un anno è andata via per sempre.
Mi sono ritrovata a dover ricostruire la mia vita, rivoluzionandola totalmente, abbandonando tutto ciò che avevo vissuto fino a quel momento.
Ho cercato di capire da dove ricominciare ed è così che è nato questo blog dove poter coltivare ancora le mie passioni, dove poter avere un posto per me.
Non è stato facile, ma ancora una volta non mi sono arresa, ho cercato di guardare avanti, di ricostruirmi, di trovare, ancora una volta, il mio posto nel mondo.
Ho fatto tanti tentativi e quando sembrava che qualcosa potesse di nuovo ripartire delle analisi dicevano che la mia salute faceva un po' i capricci. Sono ricominciati i controlli, le analisi, le giornate in ospedale e davanti a me si prospettava un futuro non proprio roseo.
Le analisi dicevano che la mia salute era peggiorata, molto più di quando stavo male. Era una cosa che non mi aspettavo, pensavo che dopo aver toccato il fondo si poteva solo risalire, invece ero scivolata ancora più giù.
Le prospettive non erano delle più rosee e durante la prima riunione con i dottori l'unica cosa che hanno potuto dire era che bisognava fare un trapianto di midollo osseo. Sapevo bene cosa volesse dire, cosa significasse e la mia prima risposta era stata "No". Poi un dottore molto bravo, uno di quelli che sa di cosa parla e come confrontarsi con un paziente anche non facile come me, mi ha parlato, mi ha fatto capire ed è partita la ricerca di un donatore, durata oltre due anni. Nell'inverno scorso hanno trovato, finalmente, il donatore ideale e ora sono solo in attesa di entrare in ospedale per fare il trapianto.

Questa è la mia storia raccontata a grandi linee. Non è una storia diversa da molte altre, da quelle delle persone che incontro ogni volta in ospedale. Ma quello che voglio dire è che chi affronta con forza di volontà e determinazione una situazione di difficoltà non è un eroe o una persona con qualità straordinarie: è una persona come tante che cerca dentro di sé la forza di non arrendersi.
Ho riflettuto tanto sul fatto di scrivere o meno di me. Poi ho deciso di farlo per trasmettere un messaggio ben preciso: c'è sempre una possibilità, una via d'uscita anche quando la fine del tunnel sembra non arrivare. Io e le persone che come me si trovano ad affrontare situazioni che possono sembrare insuperabili, non abbiamo nulla di particolare o di diverso dagli altri. Il fatto che non tutti abbiano il coraggio o la possibilità di andare in televisione o di scrivere un libro per raccontare la propria esperienza non significa che abbiano qualcosa in meno rispetto a quelli che lo fanno. Credo che il messaggio da trasmettere debba essere quello che tutti ce la possono fare: ognuno di noi ha la forza per farcela dentro di sé.
Per questo ho raccontato la mia storia. Io non mi sono mai arresa, ho cercato sempre di trovare qualcosa di positivo anche nei momenti più brutti e negativi. Ho sempre voluto pensare che "ogni nuovo giorno può essere migliore del precedente" e questo mi ha sempre dato la forza di andare avanti, di non arrendermi. E se devo essere sincera fino in fondo questa forza me l'ha trasmessa soprattutto mia mamma, una donna forte, che non si è mai arresa, che ha lottato per me come una leonessa, che non ha mollato neanche quando la fine era ormai palese e io mi sono promessa di non arrendermi anche e soprattutto per lei.
Vorrei precisare una cosa. Non vorrei mai suscitare negli altri un sentimento di pietà, è una cosa che mi dà molto fastidio, non vorrei mai sentirmi dire "poverina" perché non lo sono, sono una persona che combatte per la propria vita e ho raccontato tutto questo solo per dire che nella vita non bisogna mai arrendersi, "che non è mai finita finché non è finita", c'è sempre una via d'uscita: questo è il mio messaggio e mi piacerebbe che potesse arrivare a chi si trova in difficoltà e pensa di non farcela.
La vita è troppo bella per rinunciarci.



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