Non ditelo allo scrittore

Alice Basso, Non ditelo allo scrittore, Garzanti, 2017, pp. 320, € 16,90.





A Vani basta notare un tic, una lieve flessione della voce, uno strano modo di camminare per sapere cosa c’è nella testa delle persone. Una empatia innata che Vani mal sopporta, visto il suo odio per qualunque essere vivente le stia intorno. Una capacità speciale che però è fondamentale nel suo mestiere. Perché Vani è una ghostwriter. Presta le sue parole ad autori che in realtà non hanno scritto i loro libri. Si mette nei loro panni. Un lavoro complicato di cui non può parlare con nessuno. 
Solo il suo capo sa bene qual è ruolo di Vani nella casa editrice. E sa bene che il compito che le ha affidato è più di una sfida: deve scovare un suo simile, un altro ghostwriter che si cela dietro uno dei più importanti romanzi della letteratura italiana. Solo Vani può trovarlo, seguendo il suo intuito che non l’abbandona mai. Solo lei può farlo uscire dall’ombra. Ma per renderlo un comunicatore perfetto, lei che ama solo la compagnia dei suoi libri e veste sempre di nero, ha bisogno del fascino ammaliatore di Riccardo. Lo stesso scrittore che le ha spezzato il cuore, che ora è pronto a tutto per riconquistarla. Vani deve stare attenta a non lasciarsi incantare dai suoi gesti. Eppure ha ben altro a cui pensare. Il commissario Berganza, con cui collabora, è sicuro che lei sia l’unica a poter scoprire come un boss della malavita agli arresti domiciliari riesca comunque a guidare i suoi traffici. Come è sicuro che sia arrivato il momento di mettere tutte le carte in tavola con Vani. Con nessun’altra donna riuscirà mai a parlare di Chandler, Agatha Christie e Simenon come con lei. E quando la vita del commissario è in pericolo, Vani rischia tutto per salvarlo. Senza sapere come mai l’abbia fatto. Forse perché, come ha imparato leggendo La lettera scarlatta e Cyrano de Bergerac, ogni uomo aspira a qualcosa di più grande, che rompa ogni schema della razionalità e della logica.

Vani è ormai uno dei personaggi più amati dai lettori italiani. Dopo il successo dell’Imprevedibile piano della scrittrice senza nome e di Scrivere è un mestiere pericoloso, Alice Basso torna con la perfezione e l’originalità di uno stile che le ha portato l’ammirazione della stampa più autorevole. Un nuovo romanzo, stesse caratteristiche imperdibili: libri, indagini, amore e una protagonista che diventerà come un’amica un po’ strana che non riuscirete più ad abbandonare.



Invecchiare non serve a un accidente. Non ti aspettare granché dallo scorrere del tempo. Continuerai a sentirti fuori posto e a non capire come funziona gran parte del mondo. Continuerai a scoprire che c'è gente a cui non piace senza che tu sappia bene cos'hai fatto di male e dovrai imparare a conviverci. [...] continuerai a provare la tentazione di scappare e di trovare rifugio in un mondo di carta che però a un certo punto non ti basterà più.



Per me un libro che riesce a farti sorridere, riflettere e immedesimarti è un buon libro. E Non ditelo allo scrittore è proprio così. In alcuni punti di strappa un sorriso, perché Vani diventa anche buffa nella sua ostinazione, nel suo volersi convincere che gli altri proprio non le piacciono ma, credo, che in fondo, anche lei sappia che non è così davvero. Subito dopo, invece, ti fa fermare a riflettere perché a tutti sarà capitato di sentirci fuori posto, non adeguati. E quando Vani racconta di come lei si senta fuori posto nel mondo ognuno di noi può ritrovarsi e immedesimarsi nel suo racconto.
Ho apprezzato molto questo libro, soprattutto nelle parti in cui Vani parla della sua passione per i libri, per la letteratura e non nascondo che in quelle parole mi sono rivista, ricordando la mia adolescente da amante dei libri e abitante di un mondo fatto di carta.

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