L'italiano è bello

Mariangela Galatea Vaglio, L'italiano è bello, Sonzogno, 2017, pp. 224, € 16,00.





Tutte le lingue hanno la loro bellezza: la bellezza della lingua italiana sta nella sua ricchezza di parole, nella mobilità della sua sintassi, nella particolarità della sua storia. Con garbo, ironia e precisione scientifica Mariangela Galatea Vaglio ci guida a conoscerne le avventure nel corso dei secoli, dalle oscure origini all’esplosione dantesca, dal dominio culturale nell’Europa rinascimentale e barocca fino alla modernità e all’attuale lotta per adeguarsi senza snaturarsi a un mondo popolato da inspirational manager, babysitter e personal trainer.
Completa il libro un sintetico e divertito “ripasso” dei fondamenti di ortografia e grammatica: tanto per non dimenticare che tra i messaggini, le chiacchiere in chat e il congiuntivo non deve esserci guerra, ma positiva alleanza. Se è vero che viviamo nell’era della comunicazione, è importante essere capaci di una scrittura non solo brillante ed efficace ma anche corretta e dignitosa.



Ho letto con piacere questo libro che, al di là delle apparenti aspettative negative che potrebbe avere inizialmente (quando si sente parlare di grammatica, storia della lingua ci si aspetta sempre qualcosa di pesante e noioso), si è rivelato scorrevole e divertente. In effetti è sempre stato vero che dipende da come si espongono gli argomenti a far la differenza. 
In questo libro la grammatica viene presentata con semplicità, con esempi divertenti e con piacevoli rimandi agli insegnamenti, di una volta, delle scuole elementari.
Mi sono ritrovata in diverse spiegazioni e forse era proprio il modo e il metodo di insegnare degli insegnanti di una volta (scusate il gioco di parole) che ci faceva apprendere con più facilità le regole basilari della nostra lingua, grazie alle quali abbiamo imparato a parlare e a scrivere una lingua abbastanza corretta.
Purtroppo c'è da dire che oggi molte cose sono cambiate, sia nell'insegnamento che nel mondo della comunicazione, e tutto questo ha sicuramente contribuito a una sorta di "decadenza" della lingua: eppure basterebbe veramente poco per non essere identificati come poco conoscitori della nostra lingua madre.
Il libro potrebbe rappresentare una sorta di vademecum per ripassare alcune regole base della nostra lingua con qualche approfondimento sulla storia e l'evoluzione della lingua e sulla retorica.


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