Una tenace precarietà

Si sta
come d'autunno
sugli alberi
le foglie

Questi versi di Ungaretti mi vengono spesso in mente in questo periodo con le ultime foglie ingiallite rimaste sugli alberi, decise a resistere finché una folata di vento, più forte delle altre, non le staccherà.
Rimangono attaccate agli alberi con la stessa tenacia con cui si rimane attaccati alla vita nei momenti bui e difficili, pur con la consapevolezza della precarietà della situazione e della vita stessa.
Ma, forse, è proprio questa consapevolezza ad accrescere la forza e la tenacia a resistere perché "non è mai finita finché non lo decidi tu" e perché, se davvero lo vogliamo, tutto può diventare possibile.
La vita ci pone spesso di fronte a prove dure da affrontare, ci possono sembrare impossibili da superare ma solo perché è la nostra mentre a porre dei paletti alla volontà di non mollare: noi possiamo essere i peggiori nemici o i migliori alleati di noi stessi.
La precarietà intrinseca della vita dovrebbe essere uno stimolo, e non un ostacolo, a vivere a pieno ogni momento che ci viene concesso, apprezzandone l'unicità e l'irripetibilità: ogni occasione dovrebbe essere vista come la possibilità di una svolta e di un cambiamento, cercando di apprendere gli insegnamenti che anche un momento negativo e difficile può darci.
Dovremmo diventare un po' più ricettivi, più capaci di cogliere segnali quasi impercettibili che la vita e la quotidianità ci lanciano continuamente.

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