La costante
Elena Liguori, La costante, Il Ciliegio, 2018, pp. 140, € 12,00.
Per celebrare i dieci anni dalla scomparsa del professor
Alberto Ferrante, illustre astrofisico, si ritrovano al CERN di Ginevra tre dei
suoi più brillanti allievi: Oleg Wildman, Katherine Holloway ed Eric Hartway.
Quest’ultimo, scienziato di fama mondiale e candidato al Nobel, è la vera
superstar dell’evento. Poco prima del convegno Natalia Volkov, una studentessa
del Centro, incontra un misterioso personaggio. La mattina seguente, Hartway
viene trovato morto nell’ex ufficio del professor Ferrante, insieme a Natalia.
I due non si conoscevano fino alla sera prima e fra i loro omicidi non sembra
esserci alcuna connessione. A capo delle indagini c’è il giovane commissario
Filippo La Roche, che cercherà di far luce sulla complessa personalità di
Hartway e scoprirà diversi segreti sul passato del professore. Allo stesso
tempo, il commissario dovrà confrontarsi con la sua scarsa esperienza e la
mancanza di fiducia da parte dei collaboratori. Ma per la soluzione del caso
riceverà un aiuto inaspettato.
La storia di base è molto buona, ma credo che avrebbe potuto avere uno sviluppo diverso: alcuni punti potevano essere approfonditi di più, invece capita di avere la sensazione che sia stato lasciato qualcosa in sospeso. Credo che si subisca l'influenza di grandi racconti e grandi personaggi appartenenti a questo genere di narrativa.
Avventurarsi in generi ricchi di grandi autori e personaggi familiari sicuramente non è un lavoro facile, ma lasciarsi trasportare dal proprio istinto e dalle proprie idee, distaccandosi dai modelli a cui ci si ispira, secondo me darebbe un risultato più fruttuoso.
Ciò non toglie che il racconto sia piacevole e scorrevole. Si ha la voglia di scoprire chi sia il colpevole e le motivazioni del delitto continuando nella lettura, quindi, direi, che l'intento del libro, ovvero quello di invogliare il lettore ad arrivare alla fine, sia stato raggiunto.
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