L'estate dell'incanto



Francesco Carofiglio, L'estate dell'incanto, Piemme, 2019, pp. 272.





È l'estate del 1939, Miranda ha dieci anni e il mondo è sull'orlo dell'abisso.
Ma lei non lo sa. Quell'estate sarà la più bella della sua vita.
Miranda parte con sua madre da Firenze per raggiungere Villa Ada, la casa del nonno paterno, il marchese Ugo Soderini, sulle colline pistoiesi. Suo padre è altrove.
La cascina del nonno e il bosco misterioso che la circonda sono il teatro perfetto per le avventure spericolate insieme con Lapo, il nipote del fattore, le scorribande in bicicletta, le scoperte pericolose, il primo, innocente bacio.
Ma il bosco è anche il luogo abitato dalle creature parlanti che l'anima di bambina vede o crede di vedere. E la foresta compare sempre, e misteriosamente, nei quadri del nonno, chiusi nel laboratorio che nessuno ha il permesso di visitare.
C'è come una luce magica che rischiara quella porzione di mondo. Miranda, ormai novantenne, ce la racconta, fendendo le nebbie della memoria. Tornare a quei giorni, a quella bambina ignara, che ancora non ha visto, vissuto, sofferto, perduto è più che una consolazione, è un antidoto.
È l'incantesimo di una giovinezza improvvisa.
Francesco Carofiglio ci conduce per mano all'ultima estate di innocenza. E lo fa con ciò che, più di ogni altra cosa, contraddistingue la sua poetica, la fragilità incorruttibile del ricordo e lo sguardo innocente di chi può ancora essere salvato.



L'ingiuria degli anni[... ] mi ha regalato questo senso lieve di galleggiamento, questo godimento silenzioso della vista e del gusto. Una specie di sospensione, una trance emotiva che mi consente di non cedere più al pianto, ricordando le cose perdute, chi è andato via. E così il senso stesso dello stare al mondo mi pare più leggero, ed effimero, quasi fossimo davvero formiche, viste dall'alto. Formiche. 


Francesco Carofiglio, ne L'estate dell'incanto, crea un mix perfetto tra presente e passato. Miranda, la protagonista ormai novantenne, racconta l'estate del 1939, un'estate particolare non solo per lei ma per il mondo intero: è l'estate prima dello scoppio della Seconda guerra mondiale, prima di quella tragedia immane rappresentata da quella guerra.


L'estate del '39 ha i colori netti e le tinte cangianti delle giornate, sono una vita presente nei miei occhi di vecchia, restano intatte nella memoria, come l' odore verde dell'erba, e quello caldo della pelle e del sudore. 
Eravamo ignari e felici. Nessuno immaginava quello che sarebbe accaduto di lì a poco, nelle vite di tutti. Nella mia vita.


L'estate del '39 è la linea di confine, la stagione della bellezza e dell' inganno. In quell'estate mi sono preparata a combattere, senza saperlo, contro il tutto il mondo che mi sarebbe precipitato addosso.


Miranda racconta la spensieratezza di bambina di dieci anni, della scoperta della campagna e della conoscenza del nonno, così silenzioso e quasi burbero all'inizio, propenso al racconto e quasi affettuoso alla fine.
Oggi, nel rivivere quei ricordi, Miranda si rende conto di quanto quell'estate rappresentò l'ultima illusione prima del confronto con la crudeltà e la tragicità della vita.
Miranda fa anche sua sorta di bilancio, chiedendosi se ha fatto tutto nel modo giusto o se qualcosa poteva essere fatto in un modo diverso e in questo capisce di avere qualche piccolo rimorso, che forse qualcosa poteva essere fatto diversamente.



Se mi fossi fermata, invece di fuggire ancora, alla ricerca di un altro posto nel mondo, perché tutto quello che avevo non mi sembrava comunque abbastanza, chi sarei io adesso?


Carofiglio racconta con una scrittura scorrevole ma che, allo stesso tempo, è capace di rapire e catturare il lettore al suo interno: una volta che si inizia a leggere diventa impossibile smettere finché non si è arrivati alla fine.



Parlano di questo libro:

- Critica Letteraria:
https://www.criticaletteraria.org/2019/11/francesco-carofiglio-l-estate-dell-incanto.html


- Sul Romanzo: http://www.sulromanzo.it/blog/l-estate-dell-incanto-la-fine-dell-infanzia-secondo-francesco-carofiglio

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