Adesso che sei qui

Mariapia Veladiano, Adesso che sei qui, Guanda, 2021, pp. 272, € 18,00.


Incontriamo zia Camilla sulla piazza di un piccolo paese non lontano dal lago di Garda e dal corso dell’Adige. Per le borsette e i cappellini tutti la chiamano la Regina, e in effetti nel portamento assomiglia alla regina d’Inghilterra, con qualche stranezza in più. Qualcuno l’ha fatta sedere sulle pietre della fontana dove la raggiunge la nipote Andreina, e un pezzo di realtà di zia Camilla si ricompone. È l’esordio, così lo chiamano, di una malattia che si è manifestata a poco a poco, a giorni alterni, finché il mondo fuori l’ha vista e da quel momento è esistita per tutti, anche per lei. Zia ­Camilla è sempre vissuta in campagna tra fiori, galline e gli amati orologi, nella grande casa dove la nipote è cresciuta con lei e con zio Guidangelo. Ora Andreina, che è moglie e madre mentre la zia di figli non ne ha avuti, l’assiste affettuosamente e intanto racconta in prima persona il presente e il passato delle loro vite. Una narrazione viva ed energica, come zia Camilla è sempre stata e continua a essere. Intorno e insieme a loro, parenti, amiche, altre zie, donne ­venute da lontano che hanno un dono unico nel prendersi cura, tutte insieme per fronteggiare questo ospite ineludibile, il «signor Alzheimer», senza perdere mai l’allegria. Perché zia Camilla riesce a regalare a tutte loro la vita come dovrebbe ­essere, giorni felici, fatti di quel tempo ­presente che ormai nessuno ha più, e per questo ricchi di senso. 


Adesso che sei qui è un libro che ci pone di fronte a delle verità e delle realtà che troppo spesso non vediamo, non vogliamo vedere, che facciamo finta che non esistano quando ce ne troviamo coinvolti. Sono quei momenti in cui bisogna far pace con la consapevolezza che una persona a noi cara sta male, che da quel momento non sarà più la persona che eravamo abituati a vedere e conoscere. È un momento duro e difficile da affrontare, in cui si fa qualsiasi cosa per allontanare dalla mente quella verità lampante davanti ai nostri occhi, ma che non si ha il coraggio di accettare, con cui si pensa di non potersi confrontare, di non essere capaci di affrontarla.


Non si crede, prima, perché non lo si sa immaginare, non si crede che la vita possa rovesciarsi da un giorno all'altro e improvvisamente tutto sia condizionato da un unico evento reale, conosciuto, abbastanza conosciuto perché è nell'orizzonte, ma impensabile. Noi non lo possiamo pensare prima che accada, ecco.


Tendiamo sempre a pensare che certe cose a noi non capiteranno mai, come se ne potessimo essere immuni. Poi quando accadono non le accettiamo, pensiamo di poterle combattere e sconfiggere o che si stiamo sbagliando tutti.

È quello che succede ad Andreina quando si trova a dover affrontare la malattia di sua zia Camilla. Una zia che è stata una mamma, che l'ha cresciuta e amata come figlia sua.

Si trova, improvvisamente, con la verità sbattuta in faccia. Ma i segnali c'erano stati, solo che lei non li aveva voluti vedere e ora bisogna affrontare tutto insieme, bisogna trovare il modo, creare una nuova quotidianità, una nuova vita, deve imparare lei stessa per prima a vivere in un modo e in un mondo inaspettato.


La malattia mentale è un tradimento della vita amica. Si sa, genericamente, che può succedere, lo si vede attorno a noi, ma nel momento in cui ci capita è comunque un tradimento, perché riguarda noi, proprio noi e la nostra vita o la vita di chi amiamo. 


Adesso che sei qui è un libro che tratta sicuramente un argomento difficile e complesso. Di cui, purtroppo, si parla troppo poco perché "la malattia è debolezza e quando è mentale e anche colpa e vergogna". È la società che ci ha portati a questo, retaggi antichi e primordiali, ma non si sceglie di essere malati. La malattia capita e non bisogna averne paura, né tantomeno vergogna, non si è fatto niente di male né di sbagliato.

Questo libro ci racconta che un qualcosa di bello ci può essere anche nei momenti brutti e difficili, tocca a noi avere la capacità di capirlo.



 


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