Inferno. Canto XXI e Canto XXII

 Inferno. Canto XXI





Ottavo Cerchio - Quinta Bolgia: Barattieri.

Questo Canto è un'introduzione al canto successivo, il XXII, e i due canti insieme rappresentano un'unica narrazione.
Il tema di questi canti è l'inganno e il  gusto della beffa, che inserisce la vicenda in un contesto fortemente comico-realistico, sia per il linguaggio che per la gestualità.
I dannati protagonisti di questi due canti sono i Barattieri, colore che per ricavare soldi erano disposti alle prestazioni più degradanti.
Nel lessico giudiziario, la baratteria era un termine che indicava i reati di peculato, concussione, corruzione.

Dante e Virgilio, all'ingresso della Bolgia, si trovano di fronte a un esercito di diavoli definiti Malebranche, che sono i custodi della V Bolgia e che hanno il compito di sorvegliare i barattieri, evitando che emergano dalla pece bollente in cui sono immersi.
I Malebranche non hanno nulla della solennità degli altri guardiani infernali, sono descritti come una sgangherata combriccola, paragonati agli sguatteri che per conto dei cuochi intingono la carne nella pentola con i loro uncini.

Virgilio si avvicina a colui che è a capo di questo esercito sgangherato, Malacoda, per chiedergli aiuto per proseguire il viaggio.
Malacoda offre una scorta di dieci diavoli, ma fornisce loro delle informazioni errate. Anche in questo caso la beffa è in agguato.
I diavoli sono: Alichino, Calcabrina, Cagnazzo, Barbariccia, Libicocco, Draghignazzo, Ciriatto, Graffiacane, Farfarello, Rubicante.
I due poeti si accodano al gruppo anche se Dante è molto spaventato e chiede a Virgilio di proseguire da soli, ma la guida cerca di tranquillizzarlo.
I diavoli si avviano dopo il segnale di partenza...

Per l’argine sinistro volta dienno;

ma prima avea ciascun la lingua stretta

coi denti, verso lor duca, per cenno;

 

ed elli avea del cul fatto trombetta.                                139




Inferno. Canto XXII




Ottavo Cerchio - Quinta Bolgia: Barattieri


Continuazione del canto precedente.
Dante inizia il canto cambiando totalmente registro, facendoci pensare che l'argomento sia totalmente diverso. Poi, quasi bruscamente, si ritorna ai versi che hanno chiuso il canto precedente.
La volgarità dei diavoli riflette la volgarità del peccato e sarà il registro del canto.
Si potrebbe concludere che il Barattiere ne sa una più del diavoli e dai questi due canti si può rilevare che:

1. attività peculiare del barattiere che il contrappasso esaspera e perpetua a titolo di condanna è il pescare nel torbido;

2. frequentare barattieri espone al rischio di essere scambiati o di essere puniti come barattieri.

3. nell'esercizio della sua attività il barattiere è maestro nel procurarsi protezioni, nel cavarne il massimo vantaggio;

4. la baratteria è un'infamia contagiosa e ciclica;

5. alimentata dalla furbizia, la baratteria non si lascia mettere in soggezione dalla ragione.


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