La casa in collina

Cesare Pavese, La casa in collina, 1948.


Corrado, professore torinese quarantenne, durante la guerra – una guerra che diventa “cartina tornasole” dell’esistenza – si rifugia in collina, accudito da due donne, Elvira e sua madre. Lì ritrova Cate, amata anni prima e ora mamma di un figlio che forse è suo. Instaura un tran tran piacevole, bruscamente interrotto però dall'8 settembre. Composto nell'inverno 1947-48 e intessuto di forti elementi autobiografici, La casa in collina è un mirabile romanzo di sintesi, una delle prove più alte del Pavese narratore, in cui la storia di Cesare/Corrado diventa la storia di tutti, ne costruisce il senso e il destino.


La vita ha valore solamente se si vive per qualcosa o per qualcuno.


Cesare Pavese divenne quasi il simbolo degli anni tra il 1945 e il 1950 sia per un'identificazione della sua storia personale con quella, piena di speranza e disperazione allo stesso tempo, che in quegli anni si viveva.


Mi pareva di aver riaperto una stanza, un armadio di un altro, una vita futile, piena di rischi. Era questo che avevo scordato. [...] Il giovane che viveva quei giorni, il giovane temerario ch'era già uomo e si guardava sempre intorno se la vita giungesse davvero, questo giovane mi sbalordiva.


Pavese mette al centro dei propri interessi la ricerca di un ordine, nella scrittura ma che si riflette anche nella sua persona. Questa ricerca appare chiara ne La casa in collina dove lo scrittore guarda aspetti da cui di solito allontana lo sguardo: la propria vigliaccheria, la propria sterilità sentimentale, la propria fuga di fronte al destino che avanza. Scrivere il romanzo durante il suo soggiorno a Serralunga lo porta a riflettere su Dio: sulla comodità di abbandonarsi a Lui, sulla gioia, sul senso di sorpresa e felicità che lo coglie nel momento della sua "conversione" religiosa.

L'intento costante di Pavese è la precisione linguistica, puntando all'essenzialità della lingua e alla ricerca di un effetto scultoreo, eliminando qualsiasi tipo di ridondanza.

"La casa in collina è un grande romanzo di sintesi, dover per un verso culmina il ritorno dell'uomo, e per l'altro si trasfigura miticamente un'esistenza."



Riferimenti bibliografici:

- L'Introduzione di Antonio Sichera nell'edizione Oscar Mondadori

- Alberto Asor Rosa, Storia europea della letteratura italiana III, Piccola Biblioteca Einaudi.


Parlando di questo libro:

- Il Libraio



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