Lettera a un bambino mai nato

Oriana Fallaci, Lettera a un bambino mai nato, 1975.

Letto in edizione BUR con prefazione di Lucia Annunziata.


Il libro è il tragico monologo di una donna che aspetta un figlio guardando alla maternità non come a un dovere ma come a una scelta personale e responsabile. Una donna di cui non si conosce né il nome né il volto né l'età né l'indirizzo: l'unico riferimento che viene dato per immaginarla è che vive nel nostro tempo, sola, indipendente e lavora. Il monologo comincia nell'attimo in cui essa avverte d'essere incinta e si pone l'interrogativo angoscioso: basta volere un figlio per costringerlo alla vita? Piacerà nascere a lui? Nel tentativo di avere una risposta la donna spiega al bambino quali sono le realtà da subire entrando in un mondo dove la sopravvivenza è violenza, la libertà un sogno, l'amore una parola dal significato non chiaro. Con la prefazione di Lucia Annunziata.



"Lettera a un bambino mai nato fu, nel momento della sua pubblicazione, una provocazione. Negli anni è diventato uno specchio in cui si sono guardati migliaia di uomini e di donne, che hanno letto nella Lettera di Oriana le parole che avevano dentro ma non sapevano dire. Lettera a un bambino mai nato è diventato per questo un successo che non è mai finito. Un evergreen."

(dalla "Prefazione")


Lettera a un bambino mai nato è un libro forte, duro, che fa riflettere tutti. Un libro pubblicato in un periodo storico anche complicato: era il 1975, subito dopo il '68, negli anni in cui veniva confermata la legge sul divorzio, un periodo in cui, nel nostro Paese, avvenivano tanti cambiamenti sociali. Per molti versi il libro di Oriana Fallaci è un pugno nello stomaco ma, allo stesso tempo, è portavoce di una grande verità: la maternità è un diritto e non un dovere, è una scelta consapevole. In un Paese fortemente cattolico, fortemente influenzato dalla Chiesa e in un periodo in cui si era tutti parecchio timorati di Dio un libro del genere ha rappresentato sicuramente qualcosa di dirompente, ma ha dato alle donne anche la forza per acquisire una nuova consapevolezza.


Essere mamma non è un mestiere. Non è neanche un dovere. È solo un diritto fra tanti diritti.



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