Mai stati innocenti
Valeria Gargiullo, Mai stati innocenti, Salani, 2022, pp. 336, € 16,00.
La mia reazione alla lettura di questo libro è ambivalente e forse anche un po' contraddittoria.
Sicuramente è un libro che racconta una storia dura con un linguaggio diretto e a volte tagliente, che colpisce dritto e preciso. Ma allo stesso tempo, è una storia di inesperienza, di solitudine, di ricerca di qualcosa che si pensa di aver perso, del peso di responsabilità che si è convinti di avere e di cui bisogna portarne il peso. È così che si sente Anna, la protagonista e la voce narrante del libro. Sente il peso della responsabilità verso la sua famiglia un po' sgangherata sulle sue giovani e fragili spalle e pensa di poter affrontare tutto da sola, senza bisogno di chiedere aiuto, rischiando di farsi inghiottire nel buco nero del Male che vorrebbe combattere.
Anna sogna di andare via dal quartiere popolare di Civitavecchia dove è cresciuta, vorrebbe andare a Milano, continuare a studiare, ama i libri e vorrebbe coltivare questa sua passione. Ma succede qualcosa che fa vacillare questa sua decisione. Suo fratello, Simone, quattordicenne, inizia a frequentare dei ragazzi che compongono una banda criminale, i Sorci. Anna vuole salvare suo fratello e sarebbe disposta a tutto per riuscirci. Così entra anche lei nella banda. Non vuole chiedere aiuto a nessuno. Non vuole dire niente a sua mamma. Vuole fare tutto da sola, Anna. Ma Anna è poco più di una ragazzina e ciò in cui si è infilata è qualcosa di troppo grande e, purtroppo, lo capirà provandolo sulla sua pelle.
Il nostro è un legame inscindibile, funziona così tra fratelli, non c'è alternativa o dissoluzione, resiste a ogni violenza esterna. Si deforma, ma rimane saldo.
Anna vorrebbe proteggere suo fratello e il loro rapporto, ma avrà la forza per farlo?
A volte bisogna avere il coraggio di chiedere aiuto. Spesso non lo facciamo, pensiamo di potercela fare da soli, ma non sempre è così e chiedere aiuto non è mai un male, anzi.
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