Purgatorio. Canto VII

 Purgatorio. Canto VII.






Ancora nel secondo balzo dell'Antipurgatorio. Colloquio tra Virgilio e Sordello, che spiega la legge della salita nel Purgatorio. I tre poeti raggiungono la valletta. Sordello passa in rassegna i principi negligenti.

Il Canto è strettamente legato al precedente, non solo per la presenza dello stesso protagonista Sordello, ma anche perché entrambi hanno argomento politico.

“Chiusa la memorabile invettiva «in voce propria» contro la serva Italia e tutti quanti si adoperano ad asservirla o si adattano a vederla asservita, è ora che il personaggio-di-chi-racconta riprenda a raccontare.”

Sordello chiede chi siano. Risponde Virgilio e “Sordello allibisce, come allibirebbe chiunque fosse colto da una visione repentina: letteralmente, non crede ai suoi occhi. Poi li china giù, torna verso Virgilio in tutta umiltà, lo riabbraccia dove l’inferiore è usanza che abbracci chi lo sovrasta per età e dignità.” (Vittorio Sermonti, Il Purgatorio, Garzanti, 2021)

Sordello scorta poi i due poeti alla valletta, scavata sul fianco del monte e dove i principi non sono visibili all'esterno: è un luogo dalla natura rigogliosa, con l'erba verde e i fiori colorati e profumati, che rappresenta quasi un'anticipazione dell'Eden. Dante sottolinea il fatto che uno spettacolo così ameno è frutto dell'arte divina, poiché i colori più vivi dei pittori non potrebbero gareggiare con lo splendore dell'erba e dei fiori, né col loro odore soave.

È naturalmente Sordello a passare in rassegna i più ragguardevoli tra i principi che si trovano nella valletta.

I principi vengono mostrati a coppie, a cominciare da Rodolfo I d'Asburgo (l'imperatore siede più alto di tutti e si rammarica di non aver fatto fino in fondo il proprio dovere) e Ottocaro II di Boemia, che in vita furono nemici e si combatterono strenuamente

L'altra coppia è formata da Filippo III l'Ardito e Enrico I di Navarra, rispettivamente padre e suocero di Filippo il Bello che Dante più volte biasima nel poema: entrambi furono valenti sovrani e si rammaricano proprio della vita... viziata e lorda dell'attuale re di Francia, il primo battendosi il petto e il secondo sospirando

L'ultima coppia non ha legami apparenti, essendo formata da Enrico III d'Inghilterra e da Guglielmo VII del Monferrato, che morì per mano degli Alessandrini e che il figlio Giovanni volle vendicare con una lunga e sanguinosa guerra, che causò gravi danni alle sue terre; Guglielmo è seduto in posizione più bassa rispetto agli altri, in quanto occupa una posizione politica di minor prestigio, e guarda in suso.

L'elemento più importante della rassegna non è solo il rimprovero al malgoverno dei principi sulla Terra che verrà ripreso in altri passi di Purgatorio e Paradiso, ma soprattutto la rappresentazione di queste anime come sciolte dalle loro cure terrene, tutte volte al loro percorso di espiazione, per cui anche gli antichi nemici siedono accanto e mostrano una perfetta armonia. Ciò si accorda con la presentazione dei morti per forza del Canto V, i quali non avevano parole di odio o astio verso i loro uccisori ma si preoccupavano unicamente di essere ricordati dai vivi; l'episodio della valletta, che si concluderà nel Canto seguente con l'incontro fra Dante e altri penitenti, prepara il terreno alla rappresentazione del Purgatorio vero e proprio, che sarà dominata dall'atteggiamento sereno e rassegnato delle anime, anche in questo ben diverso da quello dimostrato dai dannati incontrati nella discesa all'Inferno.

[…]

Ma vedi già come dichina il giorno,

e andar sù di notte non si puote;

però è buon pensar di bel soggiorno.                           45

[…]

«Com’è ciò?», fu risposto. «Chi volesse

salir di notte, fora elli impedito

d’altrui, o non sarria ché non potesse?».                     51

 

E ‘l buon Sordello in terra fregò ‘l dito,

dicendo: «Vedi? sola questa riga

non varcheresti dopo ‘l sol partito:                                  54

 

non però ch’altra cosa desse briga,

che la notturna tenebra, ad ir suso;

quella col nonpoder la voglia intriga.                              57

 

Ben si poria con lei tornare in giuso

e passeggiar la costa intorno errando,

mentre che l’orizzonte il dì tien chiuso».                        60

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