Nicola Pugliese, Malacqua, Bompiani, 2022, pp. 192, € 16,00.
Dopo una notte di pioggia torrenziale, all'alba grigia e
funerea del 23 ottobre, arriva una telefonata ad Annunziata Osvaldo,
centralinista della Questura di Napoli. Una strada è crollata. E poi un palazzo
in via Tasso. La città sembra liquefarsi mentre l’acqua scorre, penetra,
danneggia. Andreoli Carlo, giornalista che si occupa dei misteriosi
accadimenti, si fa testimone degli effetti di una diabolica pioggia che sembra
non finire mai. E intanto voci inquietanti risuonano dal Maschio Angioino,
l’enigma di tre bambole assilla le autorità, sale l’acqua del mare e le
monetine da cinque lire cominciano d’un tratto a suonare canzoni. Un romanzo
cupo e raffinato sulla bellezza e l’enigma che da sempre ammantano la città di
Napoli, un’opera diventata con il tempo un clamoroso caso letterario del
secondo Novecento. La sua scomparsa dalle librerie coincise con quella
dell’autore dalla città e dal giornalismo, facendo di Nicola Pugliese un
“Salinger napoletano”. Trascorse con ostinato riserbo gli ultimi anni nel paesino
di Avella in Bassa Irpinia, dove si era trasferito in un isolamento volontario.
Mentre la critica si ricordava di Malacqua
consacrandolo come un capolavoro, i lettori più fortunati si passavano in
fotocopia quel testo ormai introvabile.
La vita è qualcosa di estremamente concreto e tangibile che non vuole poesia, non la sopporta.
Un romanzo che rappresenta veramente un capolavoro. Per la
scrittura, per l’ambientazione e per l’indagine dell’animo umano che fa. È un
flusso di coscienza quasi continuo, con diversi punti in cui il periodo sembra
interminabile. La punteggiatura è essenziale, minimale. I dialoghi non lo sono
mai veramente, ma diventano rimembranza, espressione di un pensiero.
I giorni di pioggia interminabile diventano quasi un momento
di catarsi individuale e collettiva: ognuno si ritrova in un certo modo a fare
dei bilanci, soprattutto in seguito ai tragici eventi che la pioggia ha portato
con sé.
Per queste strade nascoste umide della città altro non sopravviveva che l'attesa, e provvisorietà sconcertante infida scendeva a incidere i pensieri e niente scampava, niente tranne che questo senso disperato e triste che adesso probabilmente ogni cosa sarebbe mutata.
Un romanzo non semplicissimo, non è una lettura
completamente scorrevole, richiede attenzione, perché diventa quasi un romanzo
popolare con storie di personaggi che si intrecciano e che vengono considerate
e riconsiderate nei giorni di pioggia.
Un romanzo e una scrittura molto interessanti che erano
stati per troppo tempo dimenticati.
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