Purgatorio. Canto X e Canto XI

 Purgatorio. Canto X.




Ingresso nella I Cornice. Dante osserva gli esempi di umiltà (Maria, David, l'imperatore Traiano). Incontro con le anime dei Superbi. Apostrofe contro la superbia dei miseri cristiani.

 

Il Canto descrive l'ingresso dei due poeti nella I Cornice ed è dedicato in gran parte agli esempi di umiltà scolpiti nel bassorilievo alla base della parete del monte, mentre nell'ultima parte sono presentati i Superbi e la loro pena: camminano curvi sotto dei pesanti macigni, in modo tale che anche il più paziente sembra al limite della sopportazione.

"La superbia ci è data come il vizio intellettuale che interrompe la disponibilità alla grazie, ci acceca all'avventura dell’esperienza sensibile, ci fa recedere dalla vocazione all’eternità che granisce nel decorso delle nostre povere misteriose singole vite.

[…]

Schiacciati sotto i massi che si portano in collo, non volano i penitenti. Voleranno. Per intanto, animano di pazienza e di speranza le pietre che, da lontano, sembravano incorporarli." (Vittorio, Sermonti, Il Purgatorio, Garzanti. 2021).

 

Poi fummo dentro al soglio de la porta

che ‘l mal amor de l’anime disusa,

perché fa parer dritta la via torta,                                      3

[…]

O superbi cristian, miseri lassi,

che, de la vista de la mente infermi,

fidanza avete ne’ retrosi passi,                                      123

 

non v’accorgete voi che noi siam vermi

nati a formar l’angelica farfalla,

che vola a la giustizia sanza schermi?                         126

 

Di che l’animo vostro in alto galla,

poi siete quasi antomata in difetto,

sì come vermo in cui formazion falla?                          129

[…]

Vero è che più e meno eran contratti

secondo ch’avien più e meno a dosso;

e qual più pazienza avea ne li atti,

 

piangendo parea dicer: ‘Più non posso’.                     139



Purgatorio. Canto XI.



Ancora nella I Cornice. I superbi recitano il Pater noster. Virgilio chiede dove sia l'accesso alla Cornice successiva. Incontro con Omberto Aldobrandeschi. Colloquio con Oderisi da Gubbio. Oderisi indica l'anima di Provenzan Salvani e predice l'esilio a Dante.

 

Il Canto si apre con la preghiera del Pater noster recitata dai superbi, che rappresenta una sorta di parafrasi e ampliamento rispetto al testo originale.

Dante ci mostra poi i penitenti della I Cornice e ci illustra la loro pena attraverso tre esempi, due dei quali parlano direttamente (Omberto Aldobrandeschi e Oderisi da Gubbio) e il terzo (Provenzan Salvani) è soltanto citato.

[…]

Di tal superbia qui si paga il fio;

e ancor non sarei qui, se non fosse

che, possendo peccar, mi volsi a Dio.                          90

 

Oh vana gloria de l’umane posse!

com’poco verde in su la cima dura,

se non è giunta da l’etati grosse!                                   93

 

Credette Cimabue ne la pittura

tener lo campo, e ora ha Giotto il grido,

sì che la fama di colui è scura:                                       96

 

così ha tolto l’uno a l’altro Guido

la gloria de la lingua; e forse è nato

chi l’uno e l’altro caccerà del nido.                                 99

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