Purgatorio. Canto XVII e Canto XVIII

Purgatorio. Canto XVII




Uscita di Dante e Virgilio dal fumo della III Cornice. Esempi di ira punita. L'angelo della mansuetudine. Salita alla IV Cornice e spiegazione di Virgilio sulla struttura morale del Purgatorio.

Il Canto è strettamente legato al successivo, rispetto al quale presenta una struttura sostanzialmente speculare: infatti alla prima parte narrativa del XVII ne segue una seconda didascalica, mentre il Canto XVIII vedrà una prima parte didascalica che completa le parole del maestro seguita da una narrativa. Le quattro parti sono di lunghezza pressoché equivalente e le prime due sono divise dall'indicazione dell'ora, proprio come la terza e la quarta. L'accesso alla IV Cornice dopo l'incontro con l'angelo della mansuetudine coincide con il calare della sera, che provoca in Dante un momento di stanchezza e propizia la spiegazione di carattere dottrinale da parte di Virgilio, che prende spunto dalla domanda del discepolo sul peccato punito in questo luogo (l'accidia, ovvero lo scarso amore per il bene).

“Il male che si può amare è solo il male del prossimo. […] C’è chi, grazie alla mortificazione del suo prossimo conta di primeggiare, e ben per questa ossessione di primato desidera che il prossimo tracolli: parliamo dei Superbi. C’è chi teme di perdere potere, favori, privilegi, notorietà per il fatto che qualcun altro emerga: gli Invidiosi. C’è chi avendo patito ingiustizia se ne adonta al punto di ingolosirsi della vendetta e, ingolosito, di predisporre il male altrui: gli Iracondi. Questi erano i peccati punti fin qui. Nelle tra cornici soprastanti saranno puniti i peccati di Avarizia, Gola, Lussuria.” (Vittorio Sermonti, Il Purgatorio, Garzanti)

[…]

«L’amor del bene, scemo

del suo dover, quiritta si ristora;

qui si ribatte il mal tardato remo.                                    87

 

Ma perché più aperto intendi ancora,

volgi la mente a me, e prenderai

alcun buon frutto di nostra dimora».                              90

[…]

Resta, se dividendo bene stimo,

che ‘l mal che s’ama è del prossimo; ed esso

amor nasce in tre modi in vostro limo.                         114

[…]

 

 


Purgatorio. Canto XVIII




Ancora nella IV Cornice: spiegazione di Virgilio sull'amore e il libero arbitrio. Incontro con gli Accidiosi e l'abate di San Zeno. 

Dante si addormenta e sogna. Il Canto ha struttura speculare rispetto al precedente, con cui forma una sorta di dittico, poiché a una prima parte didascalica segue una parte narrativa. Virgilio completa e integra la spiegazione dottrinale iniziata alla fine del Canto precedente, che riguardava la struttura morale del Purgatorio basata sulla concezione dell'amore: l'uomo non deve abbandonarsi in modo indiscriminato alle sue inclinazioni ad amare ma deve sottoporre la sua elezione al vaglio della ragione, o, come direbbe Beatrice, del libero arbitrio.

La seconda parte del Canto è dedicata alla descrizione della pena degli Accidiosi.

[…]

«Quanto ragion qui vede,

dir ti poss’io; da indi in là t’aspetta

pur a Beatrice, ch’è opra di fede.                                    48

[…]

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