Il Fuoruscito

Marco Ventura, Il fuoruscito, Piemme, 2023, pp. 304.


Angelo Fortunato Formíggini, editore ebreo e protagonista della cultura italiana degli anni Venti e Trenta, fu il primo suicida contro le leggi razziali e le persecuzioni del regime fascista. Si buttò dalla Torre della Ghirlandina di Modena il 29 novembre 1938. Un gesto politico, come scrisse lui stesso alla moglie: «Non posso rinunciare a ciò che considero un mio preciso dovere. Io debbo dimostrare l'assurdità malvagia dei provvedimenti razzisti». Visionario, ironico, un vulcano di idee e un impegno costante per la promozione del libro e della cultura, Formíggini era un intellettuale anomalo sotto tutti i punti di vista: si considerava un "fuoruscito", estraneo a ogni consorteria, classe, razza, partito, e forse anche per questo la sua vita è tutt'ora avvolta in una sorta di congiura del silenzio. Fu lui a ideare l'Enciclopedia italiana, la cui paternità gli fu poi scippata dal grande avversario, Giovanni Gentile. Fu Formíggini a coniare la parola "editoria" e riviste e collane di successo, e fu sempre lui a inventare la prima "biblioteca circolante". Discendente dei gioiellieri degli Estensi, sacrificò il suo patrimonio e le sue infinite energie allo scopo di tutta una vita: fare "bei libri". Strinse legami coi maggiori intellettuali del tempo, da Pascoli a Croce, e, come ebreo per l'assimilazione e fautore della fratellanza umana, Formíggini fece dell'ironia la sua filosofia di vita. Al suo fianco, una donna formidabile: Emilia Santamaria, pioniera della pedagogia che, dopo la morte di lui, si rifiutò di giurare fedeltà al fascismo, perdendo così la cattedra. Con la scrupolosa lucidità del ricercatore storico e l'abilità affabulatoria del romanziere, Marco Ventura dipinge l'affresco di una vita straordinaria, fino alla sua conclusione al grido terribile di "Italia, Italia, Italia!".


Angelo Fortunato Formiggini.

Questo nome sicuramente non dice niente alla maggior parte delle persone. È una personalità molto importante per la cultura del nostro Paese ma poco conosciuta perché taciuta per troppo tempo. Personalmente ne sono venuta a conoscenza negli anni universitari durante un corso di Storia dell’Editoria.

Ricordo che dovevamo scrivere una tesina, scegliendo l’argomento da una lista stilata dal docente. In questa lista c’era il nome di Angelo Fortunato Formiggini associato ai Classici del ridere. Ciò suscito in me molta curiosità e avrei voluto saperne di più, cosi la scelta per la mia tesina cadde proprio su questo nome praticamente sconosciuto.

Durante le mie ricerche scoprii ben presto che non era facile reperire informazioni su Formiggini: bisognava saper cercare ed essere capaci di scavare a fondo per trovare le giuste informazioni. Le difficoltà di ricerca non mi fermarono, anzi mi spinsero a volerne sapere ancora di più.

Qualche settimana fa, durante una rubrica televisiva sui libri mi imbatto nella presentazione de Il Fuoruscito, mi soffermo ad ascoltare e scopro che si trattava di una biografia su Angelo Fortunato Formiggini. 

Tutto ciò mi incuriosisce. 

Ancora. 

Di nuovo. 

Cerco il libro, lo trovo, lo leggo. 

E ora sono qui a parlarvene e a condividere con voi l’attività e la figura di quest’uomo, tanto stravagante, forse anche un po’ sopra le righe, ma con un grande e smisurato amore per i libri e per la lettura.

Angelo Fortunato Formiggini fu colui che per primo usò la parola “editoria”, fu colui che penso a una Biblioteca circolante (bookcrossing ante litteram?). Fu un uomo pieno di idee, il cui desiderio era quello di creare una cultura nazionale, invogliare le persone alla lettura. Fu l’uomo che ebbe l’idea della creazione di quella che oggi conosciamo come Enciclopedia Treccani.

Vi starete chiedendo perché un uomo cosi fertile di idee sia cosi poco conosciuto. Perché Angelo Fortunato Formiggini era ebreo e la sua attività si svolse negli anni in cui il Fascismo era al potere. Formiggini morì suicida nel 1938. Il suo fu un atto di protesta contro le leggi razziali e contro tutto ciò che stava succedendo in Italia in quegli anni. La notizia della sua morte venne nascosta dal regime: perché Formiggini era stato scomodo da vivo e lo diventava ancora di più da morto.

Il titolo di questo libro, Il Fuoruscito è dovuto al fatto che Formiggini stesso, nelle sue ultime lettere si firmava in questo modo.

Il libro è un mix tra scritto di Formiggini e lunghe ricerche fatte dall’autore, che ammette, anch’egli, che il reperimento di informazioni non è stato facilissimo.

Personalmente ringrazio per la scrittura di questo libro e spero che Angelo Fortunato Formiggini possa essere riscoperto e gli possa essere tributato il giusto riconoscimento.


Commenti