Purgatorio. Canto XXVII

Purgatorio. Canto XXVII



Ancora nella VII Cornice dei Lussuriosi. L'angelo della castità. Dante, Virgilio e Stazio attraversano il muro di fiamme. Dante si addormenta e sogna Lia. Salita al Paradiso Terrestre.

Il Canto è strutturalmente diviso in due parti, la prima delle quali corrisponde all'incontro con l'angelo della castità e al passaggio attraverso il fuoco, la seconda alla salita verso il Paradiso Terrestre con la relativa sosta notturna, durante la quale c'è il sogno di Dante.

L'apparizione dell'angelo ha soprattutto la funzione di invitare i tre poeti ad attraversare la cortina di fiamme.

Il passaggio attraverso il fuoco assume la funzione di un ultimo rito di purificazione cui tutte le anime devono sottoporsi per cancellare ogni traccia del peccato, prima di accedere al Paradiso Terrestre in cui avverrà il rito simbolicamente opposto dell'immersione nelle acque dei due fiumi, il Lete e l'Eunoè.

L'ultima parte del Canto descrive l'arrivo dei tre poeti in cima alla scala e alle soglie del Paradiso Terrestre, momento che rappresenta il primo importante traguardo nel viaggio di redenzione di Dante e che, infatti, è sottolineato dal solenne discorso di Virgilio che chiude l'episodio: il maestro anticipa la separazione dal discepolo che avverrà nel Canto XXX dopo l'arrivo di Beatrice e dichiara con un'allocuzione retoricamente elevata di aver ormai condotto Dante in un punto da dove lui non può vedere oltre e, soprattutto, in cui Dante è ormai libero di seguire gli impulsi della propria volontà in quanto questa è libera dalla tentazione peccaminosa. La ragione naturale allegorizzata da Virgilio ha concluso il suo compito e da questo momento in poi deve intervenire la fede, senza la quale il viaggio non potrebbe proseguire.


[...]

E pria che ‘n tutte le sue parti immense

fosse orizzonte fatto d’uno aspetto,

e notte avesse tutte sue dispense,                                72

 

ciascun di noi d’un grado fece letto;

ché la natura del monte ci affranse

la possa del salir più e ‘l diletto.                                     75

 

Quali si stanno ruminando manse

le capre, state rapide e proterve

sovra le cime avante che sien pranse,                          78

 

tacite a l’ombra, mentre che ‘l sol ferve,

guardate dal pastor, che ‘n su la verga

poggiato s’è e lor di posa serve;                                     81

 

e quale il mandrian che fori alberga,

lungo il pecuglio suo queto pernotta,

guardando perché fiera non lo sperga;                         84

 

tali eravamo tutti e tre allotta,

io come capra, ed ei come pastori,

fasciati quinci e quindi d’alta grotta.                               87

Commenti