Figlie del mare
Mary Lynn Bracht, Figlie del mare, Longanesi, 2018, pp. 370.
Corea, 1943. Per la sedicenne Hana sapere immergersi nelle acque del mare è un dono, un antico rito che si trasmette di madre in figlia. Nel buio profondo delle acque, è solo il battito del cuore che pulsa nelle orecchie a guidarla sino al fondale, in cerca di conchiglie e molluschi che Hana andrà a vendere al mercato insieme alle altre donne del villaggio. Donne fiere e indipendenti, dedite per tutta la vita a un’attività preclusa agli uomini.
Nata e cresciuta sotto il dominio giapponese, Hana ha un’amatissima sorella minore, Emi, con cui presto condividerà il lavoro in mare. Ma i suoi sogni si infrangono il giorno in cui, per salvare la sorella da un destino atroce, Hana viene catturata dai soldati giapponesi e deportata in Manciuria, dove verrà imprigionata in una casa chiusa gestita dall’esercito.
Ma una figlia del mare non si arrende, e anche se tutto sembra volerla ferire a morte, Hana sogna di tornare libera.
Corea del Sud, 2011. Arrivata intorno agli ottant’anni, Emi non ha ancora trovato pace: il sacrificio della sorella è un peso sul cuore che l’ha accompagnata tutta la vita. I suoi figli vivono un’esistenza serena e, dopo tante sofferenze, il suo Paese è in pace. Ma lei non vuole e non può dimenticare…
In Figlie del mare rivive un episodio che la Storia ha rimosso: una pagina terribile che si è consumata sulla pelle di intere generazioni di giovani donne coreane. E insieme vive la storia di due sorelle, il cui amore resiste e lotta nonostante gli orrori della guerra, la violenza degli uomini, il silenzio di oltre mezzo secolo finalmente rotto dal coraggio femminile.
A volte le vecchie ferite devono essere riaperte per poter guarire davvero.
Avevo questo libro nella mia libreria da diverso tempo. Ricordo di aver iniziato a leggerlo e di essermi fermata dopo poche pagine, ma il perché non lo ricordo. Forse presa dalla vita quotidiana poi da altre letture. Chissà?!
Fatto sta che qualche giorno fa è ricapitato sotto i miei occhi e ho iniziato a leggerlo non riuscendo più a staccarmene fino alla fine.
Figlie del mare è un libro potente ed emozionante che punta l'attenzione su avvenimenti storici tragici, vergognosi ma troppo spesso taciuti e che troppe persone ancora oggi, magari, ignorano. Io ero tra questi.
Lo scenario in cui si svolge la storia è quello della Corea durante la Seconda Guerra Mondiale.
Personalmente sono un'appassionata di Storia, soprattutto quella del '900, conoscevo la parte della Guerra di Corea, ma non sapevo che questo Paese era stato scenario di atrocità e barbarie durante il conflitto mondiale.
È quello che ci racconta M. L. Bracht nel suo romanzo attraverso la storia di Hana e Emi, separate dalla spietatezza della guerra, capace di disumanizzare i soldati che vi prendevano parte.
Hana e Emi (e la loro famiglia) sono vittime di questa disumanizzazione.
Durante una normale giornata come le altre Hana si trova faccia a faccia con un soldato che, come se fosse la cosa più normale del mondo, la rapisce e la porta via con sé. In quel periodo erano molte le ragazze che scomparivano, che venivano rapite dai soldati diventando come oggetti di loro proprietà, senza che le famiglie di origine sapessero che fine avessero fatto le loro figlie.
Queste ragazze prendevano il nome di "donne di conforto", ovvero donne a completa disposizione dei soldati che le violentavano e ne abusavano a loro piacimento. Hana diviene una di loro. Ha solo 16 anni, è poco più di una bambina, eppure subirà ugualmente la violenza da parte di un numero indefinito di soldati.
Emi, la sorella minore di Hana, conserverà dentro di sé questo segreto per tutta la sua vita. Perché prova vergogna, perché lei non ha fatto niente per salvare sua sorella.
Finché nel 1991 la storia delle "donne di conforto" viene resa nota al mondo ed Emi inizierà una sua ricerca silenziosa per riuscire a ritrovare la sorella mai dimenticata.
Sulla storia delle "donne di conforto" :
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