L'amore è un fiume

Carla Madeira, L'amore è un fiume, Fazi Editore, 2024, pp. 180, € 18,50. 

Traduzione di Daniele Petruccioli.


Il romanzo che in Brasile è sulla bocca di tutti e che ha trasformato la sua autrice nel nuovo fenomeno della letteratura brasiliana: un libro dalla forza travolgente, in grado di rapire il lettore, spiazzarlo e commuoverlo.

Venâncio e Dalva, marito e moglie, si amano di un amore totale. La loro è un’unione inestricabile di anima e corpo; amano parlarsi, toccarsi, guardarsi, abbandonarsi completamente l’uno all’altra. Lui e lei, lei e lui. Fino al giorno in cui la tragedia irrompe nella loro vita incrinando questa simbiosi perfetta. Nelle crepe di un amore che all’improvviso sembra svanito si insinua Lucy, prostituta orgogliosa che invade le loro esistenze a testa alta. È la più desiderata della città, desiderata da tutti ma non da Venâncio, che inizialmente non la degna di uno sguardo. E si sa, non esiste miccia più potente dell’indifferenza: il disinteresse di Venâncio accende Lucy di una passione irrefrenabile. La giovane farà di tutto per averlo, ma solo il giorno in cui, per puro caso, compierà un gesto che gli ricorda la moglie, riuscirà a farlo suo. E ogni cosa cambierà per sempre. Perché l’amore, come un fiume, è inarrestabile, e il suo flusso ininterrotto plasma le vicende dei protagonisti assumendo le forme più inaspettate.

Amore, odio, perdono: L’amore è un fiume è un romanzo esplosivo, traboccante di vita e sensualità, un inno all’amore vissuto liberamente e una condanna esplicita della doppia morale patriarcale. Con una scrittura magistrale, che è al contempo densa e delicata, lirica e carnale, Carla Madeira al suo romanzo d’esordio dimostra un’abilità che soltanto i grandi scrittori possiedono.

«L’amore, quando nasce forte, ha fretta di diventare eterno. Non considera di essere fatto di carne madida. Quei due presero a vivere il loro desiderio impreparati a qualunque limite, badavano sempre meno alle regole, agli altri, all’obbligo della compunzione. Gli interessava solo la vertigine. E si sa, ignorare il resto del mondo dà noia al mondo, così incapace di sopportare una dose troppo abbondante di felicità».



L’amore ha un nome, ma non è cosa riconoscibile con uno sguardo. Il dolore lo conosciamo bene, ha luoghi e intensità misurabili. La rabbia, la paura, l’odio deformano il volto in modi difficili da nascondere. Ma l’amore? Che altro è se non un mucchio di piaceri? Piacere di parlare, piacere di toccare piacere di odorare, piacere di ascoltare, piacere di guardare. Piacere di abbandonarsi l’uno all'altra. L’amore non altro che piacere declinato contemporaneamente in molti modi.


L’amore è un fiume è il libro di esordio di Carla Madeira, pubblicato in Italia da Fazi Editore e in libreria dal 25 giugno, diventato un caso editoriale in Brasile, dove, grazie a un frenetico passaparola ha venduto oltre 400mila copie. E spero e mi auguro che possa avere lo stesso successo anche in Italia.

L’amore è un fiume è un libro che ho praticamente divorato. Una volta iniziato a leggerlo non sono più riuscita a staccarmene finché non sono arrivata alla fine.

È sicuramente un romanzo scorrevole, composto da capitoli di poche pagine che si leggono quasi d’un fiato.

 L’amore è un fiume è un libro facile e difficile allo stesso tempo.

Facile all’apparenza per le relative poche pagine (180 per l’edizione cartacea, poco meno per le edizioni digitali), per i capitoli brevi.

Facile perché parla e racconta di fatti e situazioni che riguardano un po’ tutti, che abbiamo vissuto o di cui siamo testimoni.

Difficile perché quegli stessi argomenti e quelle stesse situazioni che ci riguardano non sono mai facili da affrontare.

Difficile perché, credo, che parlare d’amore in tutte le sue sfumature non sia una cosa facile.

L’amore è un fiume perché è così che si comporta.

Può essere portatore di pace, serenità, benessere, tranquillità, ma può anche straripare da un momento all’altro, travolgendo e annientando tutto ciò che sta attorno.

E l’amore è il filo conduttore di questo libro, insieme al rovescio della sua medaglia, ovvero l’odio, un sentimento opposto all’amore ma ugualmente forte e potente. Nel libro l’odio nasce dalla ricerca e dal bisogno di amore. Quando ci si rende conto che l’amore di cui si avrebbe avuto bisogno viene negato, il dolore per questa negazione si trasforma in rabbia e in odio.

È questo che succede ai protagonisti del libro.

Personaggi che sembrano non avere nulla in comune ma le cui vite finiranno per incontrarsi, scontrarsi e intrecciarsi.

Lucy e Dalva sono due donne totalmente diverse anche se ugualmente forti ognuna a modo suo. Quasi tutto il libro si baserà sulla dicotomia di queste due donne, che sembrano non dover avere niente in comune ma le cui vite a un certo punto si intrecceranno e si intersecheranno.

Lucy è rimasta orfana quando era ancora una bambina. La perdita dei genitori e la vita vissuta con la zia Duca, a cui era stata affidata, contrassegnata dall’assenza d’amore, creeranno in Lucy un cumulo di odio che cercherà di scontare vivendo una vita sregolata ed eccessiva.

Dalva ha vissuto una vita piena d’amore. Prima nella sua famiglia, circondata da fratelli e sorelle e da due genitori amorevoli, e poi con Venâncio, con cui vivrà un amore che sembra portarli in un mondo tutto loro. 


Erano legati l’uno al funzionamento dell’altra come un ingranaggio di anime incarnate, nessuno poteva mettersi in mezzo.


Finché Venâncio non commetterà un gesto orribile che farà conoscere a Delva l’odio e la quasi impossibilità di perdonare.


Nell’ora più triste della sera, quando la saudade sembra voler stritolare il cuore all’universo, Dalva tornava a casa. La tristezza di quest’ora, ce l’abbiamo nelle viscere, infiltrata nelle nostre zone più infime da millenni. Nasce dall’infinito terrore del tramonto, quando le donne non sapevano se i loro uomini sarebbero tornati dalla caccia. […] Perdere l’amore è un annottare interno, una memoria del corpo evocata dal tramonto, che tinge di rosso il cielo. Per chi rimane solo, dopo avere amato, l’arrivo della sera è intollerabile.


È in questa frattura che si inserirà Lucy, diventata una prostituta di lusso. La sua non è una pratica di sottomissione, anzi, il contrario: è lei a scegliere gli uomini con chi andare, mentre tutti la bramano.

Quando Lucy vede Venâncio decide che vuole lui, ma lui non la vuole, anzi la allontana più volte e anche in malo modo. Lucy farà qualsiasi cosa per arrivare a Venâncio, fino a raggiungere il suo obiettivo. 

Da questo momento la storia avrà dei risvolti che porteranno a un finale imprevisto e inaspettato che lascerà il lettore un po’ spiazzato e un po’ stupito, ma forse non del tutto.

D’altronde l’amore ha mille sfumature e può prendere strade sconosciute e inaspettate.

La scrittura e il linguaggio di questo libro sembrano adattarsi ai personaggi che popolano la scena. Avremo un linguaggio duro, diretto, a tratti quasi osceno e volgare quando sarà Lucy a occupare la scena.

Più morbido, pacato, quasi carezzevole nelle parti dedicate a Dalva e all’amore con Venâncio.

Il tutto con una scrittura precisa, diretta, a tratti tagliente, ma sempre priva di fronzoli e di lungaggini.

Un libro che ho adorato e che consiglio.


Grazie a Fazi Editore per la copia in omaggio.




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