L'isola dei femminielli

Aldo Simeone, L'isola dei femminielli, Fazi Editore, 2024, pp. 312, € 18,50.


Settembre 1939. Aldo, ventenne fiorentino, giunge a San Domino, l’isola delle Tremiti scelta dal regime fascista come confino per chi era accusato di omosessualità. I cosiddetti “femminielli” alloggiano in due baracche fatiscenti, con un secchio a fare da gabinetto e un camino mal funzionante per le notti più fredde. Sono perlopiù siciliani, perché arrestati per un omicidio avvenuto anni prima a Catania e tuttora impunito, che continua a perseguitarli. Ci sono la Fisichella, dallo sguardo sornione, sempre in urto con il mondo, la Picciridda, appena diciottenne, che ama travestirsi da donna, la Leonessa, afflitto da attacchi epilettici e con strani segni sul corpo; e poi la Sticchina, il Professore, il Dottore, la Peppinella, vittime come Aldo di pregiudizio e intolleranza. La vita a San Domino è dura, scandita dal disprezzo degli abitanti dell’isola, incontri clandestini nei boschi e la conta dei carabinieri, esiliati anche loro e non disdegnosi di trovare conforto tra i femminielli.

Nonostante le intenzioni del regime, dalla segregazione nascerà una comunità di uomini paradossalmente liberi e solidali. Nel giugno del 1940, in ogni caso, i confinati di San Domino saranno rilasciati e in parte arruolati per essere mandati al fronte. In guerra, ognuno andrà incontro al proprio destino nel ricordo indelebile di quell’esperienza vissuta assieme.

Con una scrittura delicata e toccante, l’autore ricostruisce la vicenda di alcuni giovani che vennero puniti per la loro diversità.

Un libro coraggioso che narra un pezzo dimenticato della storia italiana attraverso singole esperienze di discriminazione e resistenza. Un racconto sui rapporti umani e sul confine, spesso sottile, che separa prigionia e libertà.


L'isola dei femminielli racconta un pezzo di Storia poco conosciuta e, forse, tenuta quasi nascosta. Del confino abbiamo letto e sentito parlare, ma quasi sempre riferito a dissidenti politici. San Domino, invece è l'isola, quasi sperduta, delle Tremiti dove venivano mandati gli omosessuali, i cosiddetti "femminielli". Il regime pensava così di punirli e di relegarli nella solitudine. Invece nell'isola erano finalmente liberi di essere loro stessi senza essere giudicati e il confino diventa così l'occasione per la nascita di nuovi rapporti umani e di nuove amicizie. 

In fondo ciò che doveva essere un esempio di dura punizione diventa un regalo di totale libertà.


Nell'inquietudine del compagno, egli intuì un sentimento che gli era ignoto: non la paura del pericolo, del dolore, della morte, della perdita, ma la paura di sperare, di amare, di essere sé, di vivere in pace. L'intimo persuasione di non meritarselo, così radicata da trasformarsi in destino. La consapevolezza di avercelo scritto sul palmo, tra le linee della vita e dell'amore, come uno sbrego. Aldo scoprì quel pomeriggio cosa significa essere esposti, come una prigione possa diventare casa, il confino un riparo. E quanto spaventosa e piena di mostri fosse la libertà degli arrusi. 




Per approfondire:

- Focus




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