Nella Casa del Leone
Ito Ogawa, Nella Casa del Leone, Neri Pozza, 2024, pp. 224, € 18.00, E-book € 9.99.
Shizuku ha un solo
desiderio: riposare contemplando il mare. Sprofondare in un sonno dolce e
tranquillo, senza le braccia affollate di aghi e tubicini, i fedeli compagni
delle sue giornate. Se la sua malattia ha un esito certo, il finale che Shizuku
ha scelto di scriversi è il suo piccolo spazio di libertà. Per questo ora un
traghetto la sta conducendo lontana dalla città, alla Casa del Leone.
L’isoletta che ospita la residenza ricorda una meringa, vaporosa e sottile: il
luogo ideale dove riempire gli occhi di bellezza e di energia lo spirito. Un
porto sicuro in cui i clamori terreni non esistono e c’è posto solo per i
sentimenti più genuini dei suoi abitanti, a cominciare da Madonna, la signora
pacata e gentile che gestisce la Casa. Lì Shizuku spera di vivere nel modo più
autentico il tempo che le è concesso. Non immagina quante sorprese la Casa
abbia in serbo per lei: un amore meraviglioso, la scoperta dell’amicizia vera,
la magia dei piccoli rituali. Come quello della domenica pomeriggio, quando a
turno ognuno condivide con gli altri il piatto preferito dell’infanzia. Una
madeleine dolceamara che innesca ondate di nostalgia e voglia di vivere, che
gli ospiti assaporano insieme aggrappandosi al gusto dei dolcetti di tofu e
arachidi, dei botamochi, della torta di mele. Con la sua scrittura delicata e
inconfondibile, Ogawa ci conduce in un racconto poetico e profondo, e spalanca
per noi una via verso la semplice gratitudine di esistere.
Ho aperto e letto la sua lettera non so quante volte. Infine l’ho ripiegata con cura e rimessa nella busta. Qualcuno mi attende da qualche parte. Questa certezza mi fa sentire più forte, pronta ad affrontare l’ultimo ostacolo della mia vita, il più grande.
Nella Casa del Leone è un libro che ho trovato bellissimo, emozionante, coinvolgente. Un libro che fa riflettere, che ci dice che la felicità sta nelle piccole cose, quelle di cui non ci accorgiamo e che diamo per scontate.
La felicità consiste
nella certezza che esista sempre un domani. Non c’è fortuna più grande di
vivere tutti i giorni senza essere costretti a pensarci, dando per scontato di
poter riaprire gli occhi l’indomani mattina. La felicità ha i colori della quotidianità,
e spesso la si possiede senza neanche rendersene conto, tra un piccolo lamento
e l’altro.
Mi sono accorta che
esiste una vasta gamma di colori e di sorprese nella monotonia.
Shizuku acquisisce questa consapevolezza all’interno de La Casa del Leone, dove si trasferisce per trascorrere gli ultimi giorni della sua vita.
La Casa del Leone si trova su una piccola isola, conosciuta come l’isola dei limoni, circondata dal mare di Seto.
Era questa l’ultima volontà di Shizuku: finire la propria vita guardando il mare, ma a La Casa del Leone scoprirà e prenderà consapevolezza di molte altre cose che contribuiranno a rendere i suoi ultimi giorni più sereni e leggeri.
La Casa del Leone è
disseminata di energia positiva e incoraggiamento, di piccole speranze nascoste
un po’ ovunque.
Durante la sua permanenza nella Casa del Leone, Shizuku imparerà ad apprezzare la bellezza delle piccole cose e a scoprirne di nuove capaci di emozionarla. Imparerà che nessuno è mai veramente solo: ci sarà sempre qualcuno pronto a tendergli una mano nel momento del bisogno. E soprattutto imparerà quanto possa essere importante un sorriso, per sé stessi e per gli altri.
«La miglior cosa da farsi è non perdere mai il sorriso. Finanche
nei momenti più duri e complicati, non bisogna mai dimenticare di alzare la
testa e sorridere. In questo modo è possibile diventare un messaggero di
speranza e infondere coraggio in coloro che soffrono di più».
Bisogna saper
accettare ciò che accade, perché le cose non vanno mai come si vorrebbe. Arrabbiarsi
e innervosirsi non serve a niente, è solo fonte di stress e non fa altro che
ferire gli altri. È qualcosa di assolutamente inutile e negativo.
Grazie a Neri Pozza per la copia in omaggio.
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