Quello che si salva

Silvia Celani, Quello che si salva, Garzanti, 2020, pp. 288, € 16,90.



Solo un passo divide Giulia dalla vetrina. Un passo che, però, le sembra il più lungo che abbia mai fatto in vita sua. Dietro il vetro, c’è un oggetto che non vede da tanto tempo, ma la cui immagine è impressa a fuoco dentro di lei. Per tutti è una semplice trottola, ma per Giulia rappresenta l’attimo in cui il mondo si è fermato, lasciandola in bilico sull’abisso. Ora è di nuovo davanti ai suoi occhi. All’improvviso rivede sé stessa giovane. La ragazza che nel 1943, nei mesi dell’occupazione tedesca di Roma, ha trovato il coraggio di combattere per la libertà, di impugnare una pistola per reagire all’orrore nazista, di premere il grilletto con le mani che fino al giorno prima sfioravano con delicatezza i tasti di un pianoforte. Come se fosse l’unica scelta possibile, come se un’altra strada non fosse percorribile. Accanto a lei, Leo e il loro amore, nato nei rifugi in cui sono stati costretti a nascondersi e tra gli abbracci per superare la paura. Leo che una notte le ha detto che, qualunque cosa fosse accaduta, avrebbe dovuto custodire la trottola che le aveva mostrato. Un oggetto che, per lui, significava moltissimo. Così nulla sarebbe mai cambiato tra di loro. Quando, dopo una retata, Giulia ha perso le sue tracce, non è più riuscita a ritrovare la trottola. Quel giorno tutto ha smesso di girare. E adesso eccola di fronte a lei, dietro quella vetrina. Giulia deve scoprire come sia finita lì. C’è un’unica persona a cui è pronta a raccontare la propria storia: Flavia, che ha cresciuto come fosse una nipote. Perché sappia che non è vero che i vuoti lasciati dalle persone che abbiamo amato non si riempiono più. In realtà sono sempre colmi della loro presenza: bisogna solo non aver paura di ascoltare.

Dopo lo straordinario successo di Ogni piccola cosa interrotta, per mesi in classifica e acclamato dalla stampa, Silvia Celani torna con un nuovo romanzo in cui ogni pagina è un’emozione. Un inno alle donne e alla loro forza, al loro cuore capace di sopravvivere a ogni tragedia.



Silvia Celani non si smentisce e ancora una volta riesce a trascinarmi dentro la sua storia, prendendoci per mano e guidandoci fino alla fine di un racconto che si snoda tra passato e presente.

Ciò che, ancora una volta, mi ha colpito del modo di raccontare di Silvia Celani è la compiutezza della storia: il suo racconto ha un punto di partenza e, soprattutto, un punto di arrivo. Molte volte capita di trovarsi di fronte a storie che alla fine lasciano il lettore con diversi punti di domanda e con un senso di incompiuto che a volte disturba un po'. Silvia Celani, invece, arriva fino in fondo, senza lasciare nulla in sospeso e questa è una sua caratteristica che mi piace molto. 

In questo libro viene affrontato il tema della guerra e della Resistenza, concentrandosi su alcuni aspetti a volte poco conosciuti o sui quali spesso non ci si sofferma abbastanza. Quella sorta di guerra parallela combattuta con forza e coraggio da giovani uomini e giovani donne che non si sono arresi di fronte all'orrore, di fronte alla cattiveria e alla violenza di un esercito armato il cui unico scopo, a un certo punto, era diventato solo quello di dimostrare la propria forza di fronte alla debolezza della gente affamata e addolorata. I ragazzi della Resistenza hanno combattuto contro tutto questo e nel libro ciò viene raccontato attraverso gli occhi di Giulia che quella guerra parallela l'ha combattuta. 


Roma appariva ormai come una scultura deturpata dal punteruolo di un folle. 


Quello che si salva è una storia di amore in tutte le sue forme, un amore quasi universale, un amore capace di superare il tempo che passa e di sopravvivere anche a ciò che sembrerebbe impossibile possa esistere. 


La speranza ha radici invisibili ma profonde. Penetra dentro di noi come l'acqua nella terra, e poi resta lì, a scorrere sotterranea ma viva. 


Il punto di partenza della narrazione lo possiamo identificare nell'entrata in scena di un sevivon, una trottola ebraica, che sarà il filo conduttore di una storia ricca di avvenimenti, tra passato e presente.



Qui la recensione del precedente libro di Silvia Celani:

- Ogni piccola cosa interrotta



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