Quello che si salva
Silvia Celani, Quello che si salva, Garzanti, 2020, pp. 288, € 16,90.
Dopo lo straordinario successo di Ogni piccola cosa interrotta, per mesi in classifica e acclamato dalla stampa, Silvia Celani torna con un nuovo romanzo in cui ogni pagina è un’emozione. Un inno alle donne e alla loro forza, al loro cuore capace di sopravvivere a ogni tragedia.
Silvia Celani non si smentisce e ancora una volta riesce a trascinarmi dentro la sua storia, prendendoci per mano e guidandoci fino alla fine di un racconto che si snoda tra passato e presente.
Ciò che, ancora una volta, mi ha colpito del modo di raccontare di Silvia Celani è la compiutezza della storia: il suo racconto ha un punto di partenza e, soprattutto, un punto di arrivo. Molte volte capita di trovarsi di fronte a storie che alla fine lasciano il lettore con diversi punti di domanda e con un senso di incompiuto che a volte disturba un po'. Silvia Celani, invece, arriva fino in fondo, senza lasciare nulla in sospeso e questa è una sua caratteristica che mi piace molto.
In questo libro viene affrontato il tema della guerra e della Resistenza, concentrandosi su alcuni aspetti a volte poco conosciuti o sui quali spesso non ci si sofferma abbastanza. Quella sorta di guerra parallela combattuta con forza e coraggio da giovani uomini e giovani donne che non si sono arresi di fronte all'orrore, di fronte alla cattiveria e alla violenza di un esercito armato il cui unico scopo, a un certo punto, era diventato solo quello di dimostrare la propria forza di fronte alla debolezza della gente affamata e addolorata. I ragazzi della Resistenza hanno combattuto contro tutto questo e nel libro ciò viene raccontato attraverso gli occhi di Giulia che quella guerra parallela l'ha combattuta.
Roma appariva ormai come una scultura deturpata dal punteruolo di un folle.
Quello che si salva è una storia di amore in tutte le sue forme, un amore quasi universale, un amore capace di superare il tempo che passa e di sopravvivere anche a ciò che sembrerebbe impossibile possa esistere.
La speranza ha radici invisibili ma profonde. Penetra dentro di noi come l'acqua nella terra, e poi resta lì, a scorrere sotterranea ma viva.
Il punto di partenza della narrazione lo possiamo identificare nell'entrata in scena di un sevivon, una trottola ebraica, che sarà il filo conduttore di una storia ricca di avvenimenti, tra passato e presente.
Qui la recensione del precedente libro di Silvia Celani:
- Ogni piccola cosa interrotta
Parlano di questo libro:
Commenti
Posta un commento